Menaggio, niente allenamenti
Restituiti i soldi delle tessere

La decisione della società di calcio che conta 200 tesserati nel settore giovanile. Rinuncia da 30 mila euro

Il Calcio Menaggio rimborsa la quota d’iscrizione alle famiglie. Il 2020 è stato un anno condizionato dalla pandemia e anche lo sport giovanile, chiaramente esposto ai rischi dell’assembramento, è stato azzoppato. Il consiglio direttivo della società, riunitosi, ha pertanto deciso di andare incontro ai genitori e di restituire la somma versata dell’iscrizione dei figli per l’annata sportiva. «Viviamo tutti una situazione difficile, ma ci è parso corretto agire così – interviene il presidente, Antonio Canuti – . A febbraio eravamo stati costretti a sospendere ogni attività: al di là delle partite, anche gli allenamenti settimanali e ogni occasione di ritrovo; una decisione che si è ripetuta l’autunno scorso. Il calcio è sport di gruppo e, con il virus, è stato praticamente annullato. Anche i consiglieri hanno convenuto sulla bontà della decisione di rimborsare le quote». Un gesto per nulla simbolico. La quota di iscrizione per allievi (2004 e 2005), giovanissimi 2006 e 2007), esordienti A (2008) ed esordienti B (2009 e 2010) ammonta a 200 euro; per i pulcini (2011) è di 120 euro, mentre per chi si iscrive alla scuola calcio (classi 2012 – 2015) versa 100 euro. Tenuto conto che, nel complesso, il movimento giovanile della società conta 200 tesserati, il Calcio Menaggio ci ha rimesso più di 30 mila euro. «Non sarà facile nemmeno per la società gestire la situazione, perché determinate spese vanno comunque affrontate – assicura Canuti – . Esistiamo soprattutto per aggregare ed educare i nostri bambini e ragazzi, tuttavia, e non avendo potuto offrire loro quello che avremmo voluto,abbiamo ritenuto giusto restituire la quota annuale, senza fare troppe valutazioni su cosa comporterà per la società». Sodalizio storico costituitosi nel 1920, il Calcio Menaggio ha dovuto celebrare anche il centenario della fondazione in maniera contenuta, con una partita fra la squadra juniores e una formazione di sacerdoti e ragazzi dell’oratorio disputatasi a fine settembre all’insegna dell’amicizia e della simpatia. Il campo della Madonnina, addossato al capannone di Asf, ha mostrato i suoi limiti quando la prima squadra, negli anni scorsi, è salita in promozione, con la necessità di emigrare anche per le partite casalinghe, ma l’entusiasmo non è mai venuto meno. «Adesso vedremo come evolverà la situazione – aggiunge il presidente in carica – . Se anche la nuova annata non dovesse consentirci si svolgere le nostre attività, è probabile che ancora una volta non chiederemo alle famiglie la quota annuale d’iscrizione».

(Gianpiero Riva)

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