Menaggio, scheletri che giocano e Conte
Protesta anti zona rossa della barista

L’allestimento del “Tana Mana” sta attirando curiosità: «Un pizzico di ironia in una situazione drammatica»

Scheletri ai tavoli, personaggi oscuri che incombono ai lati e, in alto, un gigantesco virus che incombe. Davvero fantasioso e scenografico l’allestimento realizzato nel bar Tana Mana, che si trova nel piazzale dell’imbarcadero, per simboleggiare la situazione delicata che stanno vivendo i baristi e i ristoratori. La titolare del locale, Ilona Scusja, che vanta un passato di buona giavellottista, e i suoi collaboratori hanno voluto inscenare un forma di protesta nei confronti del governo in maniera civilissima e insolita, dando sfoggio anche di senso artistico. Da una parte c’è un personaggio oscuro che rappresenta il premier, Giuseppe Conte, con in mano una testa che identifica il popolo; al centro un tavolino con i clienti ridotti a scheletri e il covid che aleggia minacciosamente sopra di loro; poco oltre, il mietitore nero con la falce che raffigura la morte, in questo la “Morte di fame”.

«Abbiamo dato sfogo così, in maniera ironica e anche simpatica, alla nostra protesta – commenta la titolare – Una protesta condivisa da tutti i baristi e i ristoratori menaggini. Abbiamo vissuto un anno di incertezza e ora, a sorpresa, ecco ancora due mesi di zona rossa, con l’impossibilità, ancora, di lavorare. Cito il mio caso: pago 3 mila di affitto per il locale e ho dovuto buttare anche tanto materiale, acquistata e andata a male. Lo ammetto, sono in grossa difficoltà e, come me, credo tanti altri. Occorre arrangiarsi con l’asporto, ma è tutto più complicato e la resa, alla fine, è del 10/20% rispetto all’attività normale». Tanta preoccupazione e incertezza non hanno comunque impedito alla barista menaggina e al suo staff di ideare una forma di dissenso fantasioso: «I clienti che vengono da me per l’asporto vedono l’allestimento e si complimentano – dice Ilona Scusja – Siamo seriamente preoccupati, ma anche desiderosi di lasciarci alle spalle questa brutta fase e di ricominciare a lavorare normalmente».

(Gianpiero Riva)

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