Moltrasio, vivere ai Monti di Lenno
La scelta di Nicola e Brando

Hanno 24 anni e sono tra i 7 abitanti del borgo. Cucinano con la stufa a legna e non hanno l’acqua in casa

«Pentirci? Assolutamente no. È la scelta migliore che potessimo fare e non ci pensiamo nemmeno a tornare indietro. Vogliamo far rivivere questo posto, valorizzare la montagna, ripopolarla». Nicola Ortelli e Brando Bortolami hanno 24 anni e hanno deciso di cambiare vita trasferendosi ai Monti di Lenno, sopra Moltrasio. Il borgo conta ora 7 abitanti in tutto, più o meno fissi: c’è il wifi, ma manca l’acqua corrente. Al momento si riforniscono alla vicina sorgente naturale, mentre per cucinare sfruttano la stufa a legna, proprio come una volta. Una vita d’altri tempi, quella che hanno scelto a poco meno di 600 metri di quota, certamente diversa rispetto alla maggior parte dei coetanei. Nicola studia chimica industriale all’Insubria di Como e si sottopone agli esami online nella sua casetta, mentre Brando è laureato in filosofia, ma ha le idee ben chiare. «Devo la passione per i monti a mio nonno - racconta Nicola - fin da piccolo venivo sempre qui. Brando invece ha fatto dieci stagioni in alpeggio, in Val Verzasca da amici. La decisione di trasferirci è stata presa praticamente insieme, la scorsa primavera: io ho preso la casa e anche lui si è affezionato al territorio ed è venuto in un’abitazione vicina». «C’è da dire che in 20 minuti d’auto siamo a Como, ma sfrutto anche la slitta “carell” per portare le cose pesanti lungo la mulattiera». Uno dei problemi da risolvere, è proprio quello dell’acqua. «Al momento la prendiamo da una sorgente che esce direttamente dalla montagna, riempiamo le cisterne da 20 litri – aggiungono i due giovani - La sorgente è stato uno dei primi posti che abbiamo sistemato. Abbiamo un piccolo acquedotto, che però è chiuso nel periodo invernale perché il tubo è piccolo e può gelare. A me piacerebbe fare il mio lavoro di chimico, ma vorrei poter tornare a casa la sera nel mio orto o aprire il pollaio. Vogliamo sistemare la zona e tenere qualche animale, fino a creare una sorta di azienda agricola». Una vita nella quiete della montagna, dove incontrare camosci quando si esce a prendere legna per la stufa. «Il potenziale c’è, ma prima va riqualificato il borgo con i servizi essenziali, in pochi sarebbero disposti a venire ora - concludono Brando e Nicola – sarebbe bello renderlo più attrattivo anche per i ragazzi del posto. Vogliamo creare un’associazione e ricominciare a fare le feste come una volta, partendo magari dalle castagnate».

(Daniela Colombo)

© RIPRODUZIONE RISERVATA