Nesso, la corriera è sempre piena. Il cuore grande del tassista di Como

Nesso

Benedetto quel tassista senza nome ma dal cuore generoso. Prima l’ha portata da Careno di Nesso fino a Como, salvandola dall’infinita e vana attesa della corriera che non c’era. E poi se n’è scappato via, senza neppure pretendere il costo di quella corsa che, in realtà, non era neppure una corsa. Un favore, se vogliamo. E i favori, per definizione, non si pagano.

Non è vero, insomma, di quel che si dice intorno ai tassisti, gente con il “tachimetro armato” sempre pronta ad impallinare ignari turisti. E, proprio per questo, Maria Antonia, comasca del capoluogo in trasferta dal fratello a Careno di Nesso, lo sta cercando attraverso il giornale e i social. «Tra una chiacchiera e l’altra - ci racconta la figlia Gemma - neppure si è accorta di non avergli chiesto il nome. E, quindi, di non potevo neppure ringraziarlo a freddo della gentilezza dimostrata nei suoi confronti».

La vicenda si consuma qualche settimana fa. La signora Maria («ma la conoscono tutti come Antonia») era andata sul lago per una visita al fratello. «Anche se ha 84 anni - continua la figlia - gode di buona salute, sa districarsi con i mezzi di trasporto. Nonostante più volte sia alle prese con i problemi legati a questa strada. Non è assolutamente raro che gli autisti dei pullman, non la lascino salire perché già pieni ancora prima di partire».

Quel giorno, tuttavia, era andato tutto bene. I problemi sono cominciati al momento di tornare a casa. Antonia si è presentata alla fermata del pullman per attendere il mezzo in arrivo da Bellagio e dirigersi verso Como. Passa la prima corriera, ma è già tutta esaurita in questa estate piena di turisti. Stessa sorte per il mezzo sopraggiunto poco dopo: tutto pieno.

Nel frattempo era passata un’ora e, come diceva quel famoso fumetto, cominciavano a calare le prime ombre della sera. «Mia mamma - prosegue Gemma - ha visto un taxi che stava sopraggiungendo. L’ha fermato, disposta a pagare quella lunga corsa pur di non attendere oltre. Era stanca di aspettare invano».

E quel tassista, prosegue il racconto, «gentilissimo, si è fermato e ha subito rincuorato mia mamma, consapevole della difficoltà di questo periodo di viaggiare sulle strade del lago». Una ventina di chilometri percorsi a ritmo lento, ma con serenità, tra una chiacchiera e l’altra. All’arrivo a Como, poi non ha voluto neppure essere pagato per una strada che, parole sue, avrebbe comunque dovuto percorrere di rientro dal servizio. «Ma in realtà, è stato davvero gentile e il minimo che mia madre vorrebbe fare è riuscire a ringraziarlo pubblicamente».

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