Personale ridotto all’ospedale
«A Menaggio emergenze garantite»

Il direttore dell’Asst Lariana Banfi replica alle voci sulla Rianimazione a mezzo servizio: «Mancano 37 persone: la riorganizzazione è già pronta, non prevede tagli ai servizi essenziali»

L’ospedale di Menaggio è in emergenza. In una stagione turistica che comporta un raddoppio degli sforzi, la carenza di persona si sta facendo sentire in maniera pressante e l’unità di Rianimazione, in particolare, è quella che sta soffrendo di più.

Già da qualche settimana si levavano lamentele di pazienti costretti a lunghe attese al pronto soccorso; ora c’è chi parla addirittura di Rianimazione chiusa. Con pronto soccorso in grado di accettare soltanto interventi minori e ambulanze costrette a dirigersi, nelle ore notturne (quando il personale è ridotto ancor più all’osso), all’ospedale di Gravedona.

L’Asst Lariana smentisce tutto, ma è indubbio che anche in ortopedia e chirurgia il personale medico sia ridotto ai minimi termini. Fra pensionamenti, casi di malattia e ferie, chi è inattività non riesce più a coprire regolarmente i turni. Situazione a dir poco critica, che dopo i ripetuti passaggi della sanità del Centro da un’azienda all’altra, agli ignari utenti suona un po’ come ennesima beffa.

L’azienda ospedaliera, da parte sua, butta acqua sul fuoco: «Non è prevista alcuna chiusura dei servizi all’ospedale di Menaggio – assicura il direttore generale dell’Ast Lariana, Fabio Banfi – . A garanzia della salute dei cittadini, stiamo lavorando a una riorganizzazione-rimodulazione del presidio ospedaliero di Menaggio, riassegnato all’azienda lo scorso 1° gennaio. Mancano 37 figure professionali, tra medici ed infermieri, e c’è stata una contrazione del 15% dell’organico complessivo e la volontà è quella di ricercare un punto di equilibrio tra produzione di prestazioni clinico-assistenziali appropriate ed essenziali e la reale sostenibilità del sistema locale».

«Per quanto riguarda, ad esempio, il pronto soccorso- aggiunge Banfi - , il servizio rimane articolato sulle 24 ore, così come resta garantita l’attività in ambito rianimatorio». E conclude: «Incontreremo, nel frattempo, anche il personale dell’ospedale, in modo che siano trasmesse esatte informazioni ed evitati così inutili preoccupazioni e fraintendimenti».

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