Poste svizzere, che delusione
Bellinzona-San Nazzaro in 3 mesi

Era una lettera per una pratica di affitto. Ma per fare 60 kmha impiegato 90 giorni

Il timbro postale di spedizione è dato 3 dicembre, ma la missiva è giunta al destinatario, Alessandro Battaglia, soltanto l’altro giorno, giovedì 10 marzo. Si trattava di una busta con riportata a chiare lettere l’intestazione di una società elvetica cantonale a cui si era rivolto il mittente, residente a Bellinzona, per sbrigare la pratica di affitto di un immobile a Lugano.

Per interrompere il contratto, cosa che era intenzionato a fare il locatario, occorreva compilare i moduli presenti nella busta, sottoscriverli e rimandarli alla società incaricata. In caso contrario sarebbe valsa la regola del silenzio assenso, con contratto rinnovato ancora per un anno. «Per fortuna mio figlio, non ricevendo nulla per posta, ha provveduto a contattare la società e a sbrigare la pratica on-line in tempo utile – riferisce la madre, Noris – altrimenti sarebbe costretto a versare ancora per dodici mesi il canone per un immobile che non utilizza più».

A San Nazzaro, come rimarca anche il sindaco, Tiziana Guidi, la distribuzione della corrispondenza avviene a giorni alterni e questa situazione non contribuisce certo a ridurre disagi e problemi: «Ormai è così un po’ dappertutto – ammette Guidi – . Poste Italiane non assume più nuovi dipendenti e il servizio di consegna della corrispondenza peggiora continuamente».

Nel caso specifico, tuttavia, tre mesi abbondanti di tempo necessari a una busta per percorrere 60 chilometri esatti non possono certo spiegarsi con una distribuzione non quotidiana della posta. «È evidente che c’è di mezzo dell’altro – afferma ancora la madre di Alessandro Battaglia – . Negligenza, superficialità o disinteresse. Fatto sta che, una busta francobollata che non ha certo le sembianze di una cartolina di auguri, è arrivata con oltre tre mesi di ritardo da Bellinzona, non dall’Australia. Solo un’attenzione massima da parte di mio figlio ha evitato il peggio, altrimenti, con una missiva che ha compiuto parte del suo percorso in Svizzera e parte in Italia, sarebbe risultato arduo trovare il colpevole di questo ritardo esagerato».

Poste Italiane, tra l’altro, riferisce come sia impossibile, in caso di posta ordinaria, fare una verifica puntuale: «Trattandosi di corrispondenza non tracciata – si legge in una nota dell’ufficio stampa dell’azienda – non è possibile effettuare un controllo. Diverso sarebbe se si trattasse di una raccomandata o assicurata, con un numero identificativo attraverso risulterebbe possibile un controllo nel dettaglio». n 
Gianpiero Riva

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