Processione e messa
In 500 sull’Isola Comacina

Dopo lo spettacolo dei fuochi di ieri, oggi i riti religiosi della sagra di San Giovanni. E riesplodono le polemiche sulla gestione del traffico

In fatto di assedi, l’isola Comacina e più in generale il Centro lago ci hanno fatto il callo sin dal lontanissimo 1169, anno in cui il Barbarossa - alleato dei comaschi - la rase al suolo.

E così, rievocate questa mattina le fasi clou dell’assalto di Federico I, resta vivo il ricordo della notte magica di sabato in cui 25 mila spettatori (dato confermato dal vicesindaco Sonia Botta e dal presidente del consiglio comunale Fabio Leoni) hanno assistito al maxi spettacolo piro-musicale allestito sul minuscolo lembo di terra incastonato nella Zoca de l’Oli.

Spettacolo che ha portato in dote code - come da previsione - prima e dopo i 40 minuti “di grazia” dedicati ai fuochi d’artificio ed alla rievocazione dell’incendio dell’isola. In particolare i social network hanno puntato il dito contro i tanti troppi pullman turistici transitati da Ossuccio, Sala e Colonno nelle due ore (18-20) precedenti lo stop al traffico. «Si dovevano studiare soluzioni alternative» recita uno dei tanti post. Difficoltà nel deflusso invece non tanto a Ossuccio, quanto nei paesi limitrofi, a cominciare da Lenno, con la viabilità comunale paralizzata.

La domenica è stata invece la giornata della fede e della devozione. In 500, dopo la solenne processione (con imbarco dal pontile di Campo), hanno partecipato alla messa celebrata da don Italo Mazzoni (presente don Giuseppe Tentori) tra le rovine della basilica di Sant’Eufemia. «Quel tragico evento del 1169 si è trasformato sabato, attraverso una giostra di colori e momenti musicali, in una storia di rinascita e anche di collegamento con i paesi vicini» ha rimarcato nell’omelia don Mazzoni, parroco di Lenno e Ossuccio, davanti al prefetto Bruno Corda, al sindaco Mauro Guerra, ad autorità civili (diversi i sindaci presenti) e militari, sotto lo sguardo attento dei fedeli (500 come detto i presenti).

«È bello avere qui anche i sindaci anche dell’altra parte del lago - ha aggiunto don Mazzoni -. A voi, sindaci, vorrei riservare il gesto più laico che la messa possiede, il segno della pace. Pace che rappresenti un segno di quel lavoro e di quell’impegno che contraddistingue il vostro ruolo dentro i nostri paesi e nella società».

Citazione doverosa anche per i figuranti, ragazzi e ragazze del gruppo folkloristico e per il Corpo musicale “Vittorio Veneto” di Tremezzo, solida realtà del territorio.

E così, mentre sui social network le immagini dei vari momenti dello spettacolo piro-musicale hanno fatto un meritato pieno di “like”, è da riportare una frase postata dal sindaco Guerra: «Verrà anche il momento di ringraziare adeguatamente gli enti pubblici, dalla Regione ai Comuni a sponsor privati che contribuiscono finanziariamente alla Sagra, ma oggi tenevo a ringraziare donne e uomini che rendono tutto questo possibile».

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