Riella, a maggio il processo per la rapina e l’evasione. Lui: mi difendo in aula

Gravedona L’ipotesi di reato è rapina ai danni di due anziani. Poi la fuga dal carcere e l’arresto in Montenegro

Non ha scelto alcun rito alternativo. Massimo Riella, per l’ipotesi di reato di rapina che gli viene contestata dalla procura – pm Alessandra Bellù – si difenderà in un pubblico dibattimento che è stato fissato per il mese di maggio di fronte al Collegio del Tribunale di Como. È questa, dunque, la scelta fatta dalla difesa dell’uomo che era diventato celebre in tutta Italia per la rocambolesca evasione avvenuta mentre – con una scusa – aveva chiesto di poter andare a pregare sulla tomba della madre al piccolo cimitero di Brenzio, in Altolago.

Riella era in carcere in quanto accusato di aver compiuto una rapina ai danni di una coppia di anziani, reato che tuttavia aveva sempre negato.

Per questo motivo – a suo dire – il 12 marzo era evaso, proprio per cercare i veri colpevoli della rapina. In realtà in tutti questi mesi, nel palazzo di giustizia lariano non è arrivato alcun elemento in grado di cambiare le carte che fino ad ora sono sul tavolo. Elementi che evidentemente la difesa di Riella si riserva di presentare proprio in occasione delle udienze di fronte al Collegio di Como. Il giudice – come primo atto dopo che l’evaso, poi rintracciato a Podgorica in Montenegro, era stato rimpatriato in Italia – aveva notificato all’indagato il giudizio Immediato chiesto proprio dalla procura. E quella richiesta è rimasta tale, senza riti alternativi, accettando dunque di portare la vicenda in aula in un pubblico dibattimento.

Riella era evaso il 12 marzo. Il 16 luglio era stato arrestato a sud di Podgorica, in Montenegro. Il 16 dicembre infine, nove mesi dopo l’evasione, era rientrato in Italia. La rapina che invece gli viene contestata risale invece al 9 ottobre del 2021 a Consiglio di Rumo.

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