Schignano, marito e moglie da 70 anni
Quasi un record per Vanda e Giovanni

Si sono sposati il 17 giugno 1950 e oggi sono uniti più di prima

La foto di quel 17 giugno 1950, davanti al bar ristorante Carpigo, è tra quelle destinate a entrare di diritto nella memoria collettiva del paese. Quel giorno Giovanni Peduzzi e Vanda Peduzzi si sono giurati eterno amore. Il “Giuanin del Carpìg” e “la Vanda” - entrambi conosciutissimi - il 17 giugno 2020 taglieranno con orgoglio il traguardo dei 70 anni di matrimonio. Un primato di longevità che - con l’emergenza sanitaria ancora non del tutto conclusa - non contemplerà feste (comunque in calendario a breve), ma un largo sorriso quello sì, accompagnato dagli auguri di rito che vogliono rappresentare, con tutta l’enfasi del caso, anche un incitamento per i tanti giovani che intendono compiere il grande passo del matrimonio.

Una coppia molto unita (95 anni a luglio lui, 93 lo scorso gennaio lei), con figli - Bernardo e Carla, con nuora e genero -, nipoti (Daniele, Elisa e Sara) e pronipoti (Martina, Anna, Riccardo e Edoardo) che uno dopo l’altro non mancheranno di far sentire tutto l’affetto possibile a Giovanni e Vanda. I 70 anni di matrimonio saranno anche l’occasione per riannodare i fili di questa bella storia tutta schignanese, iniziata proprio lì al bar Carpigo, un tempo di proprietà dei genitori di Giovanni Peduzzi. Lui, Giovanni Peduzzi, per una legislatura vicesindaco, dopo una prima esperienza in Svizzera come aiuto idraulico e sul nostro territorio come assistente di cantiere in Provincia, ha lavorato a lungo in paese come geometra. Prima della pensione c’è stato anche il tempo per un’esperienza lavorativa all’estero, in Libia e Algeria, alle dipendenze di una ditta svizzera specializzata nelle impermeabilizzazioni edili. Lei, Vanda, che dopo il matrimonio per un periodo ha lavorato anch’essa in Ticino, ha poi sempre badato alla casa e alla famiglia e lo ha fatto con una grinta d’altri tempi. Basti pensare che fino allo scorso anno imbracciava il decespugliatore per tagliare il prato davanti casa, senza contare l’estro nel realizzare le maschere in legno del celebre Carnevale. E per questo primato di longevità, gli auguri non possono che essere i più sinceri possibili.

(Marco Palumbo)

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