Solidarietà all’arbitro donna insultato
Il mondo del calcio: «Ma non sono tifosi»

Dopo le ingiurie durante la partita di seconda categoria tra Lariointelvi e Lezzeno. Il presidente dell’Aia: «Meno male che c’è qualcuno si indigna»

«Meno male che qualcuno s’indigna per gli insulti a un arbitro. È un segnale positivo». Matteo Garganigo, presidente dell’Aia (Associazione italiana arbitri) di Como, ringrazia così chi ha denunciato le ingiurie rivolte al giovane arbitro donna che domenica ha diretto Lariointevi – Lezzeno, gara valida per il girone H della Seconda categoria.

Gli insulti sessisti - dei quali abbiamo riferito nell’edizione di ieri de La Provincia - sono stati uditi anche fuori dal campo, in particolare da un controllore e un autista di Asf, che si trovavano nel deposito pullman che confina con il campo.

Il presidente dell’Aia intende ora tutelare l’immagine e la dignità di una ragazza che coltiva la sua passione sportiva e, come tutti, può anche sbagliare, senza che debba venir infangata da ingiurie di ogni tipo: «Stavolta c’è andata di mezzo una brava ragazza, ma l’insulto non dovrebbe mai appartenere al tifoso sportivo – dichiara Garganigo – Il direttore di gara è un elemento necessario su un campo di calcio e, come tutti, può sbagliare: ci sta che i tifosi non siano d’accordo con le sue decisioni, ma ormai l’insulto facile è quasi di moda e molti non ne rilevano nemmeno la gravità».

Alla partita Lariointelvi – Lezzeno di domenica scorsa era presente anche il presidente del Calcio Menaggio, Antonio Canuti: «In tanti pensavano che fosse coinvolta la nostra società – afferma – Il Menaggio, in realtà, non c’entra nulla, come non c’entrano, del resto, le squadre a cui abbiamo prestato il campo. Tra i tifosi, purtroppo, c’è spesso che va oltre le righe e anch’io ammetto di aver udito ingiurie poco edificanti nei confronti del giovane arbitro donna, alla quale esprimo tutta la solidarietà possibile a nome della società che presiedo».

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