Spina e la cravatta per donne: «Il ricavato per i bambini»

Il personaggio Un’altra idea del sarto di Porlezza proposta alle ditte di moda

Ci prova ancora Giovanni Spina, sarto di Porlezza di provata esperienza e notorietà, ora in pensione, a bussare alla porta di premiate ditte della moda. A colpi di idee che, comunque le si voglia giudicare, sono sempre molto innovative e originali.

Nella sua lunga attività ha saputo lanciare soluzioni e vezzi modaioli a dir poco accattivanti: come la cravatta da uomo “porta segreti” che inviò anche all’allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, che la indossò in più occasioni in cerimonie pubbliche e gli rispose con una lettera di ringraziamento; o come la cravatta da donna, che la scomparsa di suo fratello, addetto commerciale della ditta, impedì di lanciare sul mercato.

Quella cravatta, arricchita con piccoli gioielli, è stata brevettata dalla ditta “Spina” e lui, in seguito, provò a proporla ai più importanti marchi italiani: «Per realizzarla dovemmo lavorare mesi interi con l’aiuto di un meccanico per mettere a punto la macchina da cucire – rievoca – . L’esperto commerciale era mio fratello e, dopo una pubblicità non da poco, con ben tre uscite su anche “Donna Moderna”, lui venne a mancare a causa di una brutta malattia e il lancio della cravatta da donna rimase in sospeso. Proposi di cedere il brevetto ai più importanti stilisti italiani – prosegue Spina – ma nessuno mi rispose. Invece di rispondermi, ci fu chi me la copiò, tanto che dovetti intimargli di fermare la produzione. Avrei anche dei modelli nuovi da immettere sul mercato, in particolare la camicia su misura per tutti, ma io ormai ho un’età avanzata e vorrei che se occupasse qualcun altro».

L’ultima sua proposta il sarto porlezzino l’ha indirizzata di recente a un’altra nota azienda comasca, con un messaggio particolare da cui emerge anche un’altra qualità del sarto porlezzino, che ha sempre avuto anche tanta sensibilità nei confronti di chi sta peggio.

«Ho sempre pensato di devolvere la metà del ricavato della mia attività a qualche buona causa per i bambini. Anni addietro intendevo sostenere un progetto avviato in Birmania da padre Clemente Vismara, missionario scomparso nell’1988 e ora, invece, mi piacerebbe che l’ex collegio Sant’Ambrogio di Porlezza, ormai ridotto al degrado, potesse diventare un ospedale pediatrico in cui curare anche i bambini dei Paesi poveri».

Spina è un sognatore con buone capacità anche nella pittura, ma la solidarietà che lo anima autorizza anche a sognare. «L’avevo già scritto a Valentino – sottolinea – : provate la mia cravatta a dieci donne e, se a undici piace, è da pazzi non metterla in commercio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA