«Sul toast ho sbagliato, dovevo chiedere di pagare il coperto»

Il caso Il barista di Gera Lario al centro della polemiche. «Con la dicitura diversa nessuno avrebbe avuto da ridire»

Il toast del bar Pace diviso in due per 2 euro ha ormai fatto il giro del mondo, dividendo l’opinione pubblica.

Chi concorda con il cliente occasionale, Antonio Villa, sull’inopportunità di inserire nel conto un’aggiunta per il taglio del toast e chi, invece, si schiera col barista, sostenendo che un toast, al pari di un biscotto, si può spezzare e metterne metà in un tovagliolo di carta senza scomodare il personale, che altrimenti ha il diritto di chiedere un supplemento.

«Polverone»

E lui, Davide Buzzi Franzoso, in questo momento il barista più famoso d’Italia, si sorprende un po’: «Non credevo certamente di suscitare un simile polverone chiedendo 2 euro per un servizio aggiuntivo – commenta nella cucina del suo locale – In questi giorni si susseguono le telefonate di giornalisti e operatori tivù che vogliono sapere del toast diviso a metà. Sono convinto che, al di là dei 2 euro, sia la voce “diviso a metà” ad aver provocato tutto questo can can. Se sullo scontrino fosse apparsa la semplice dicitura “coperto”, nessuno avrebbe avuto probabilmente da ridire. Nel mio locale – prosegue il titolare del “Pace” – il coperto non è invece dovuto in un alcun caso».

Buzzi Franzoso, che sui social ha subíto addirittura insulti, tiene a sottolineare di non essere un approfittatore o di quelli che, in stagione turistica, aumentano ad arte i prezzi ed escogitano qualsiasi trucco per spillare quattrini in più ai clienti di passaggio: «Negli ultimi due anni abbiamo ritoccato di poco solo i prezzi della caffetteria – rimarca – Tutto il resto è rimasto invariato. Ora, in relazione allo scontrino del signor Villa, c’è pure chi definisce esorbitante e vergognoso un costo di 7,50 euro per un toast e una porzione di patatine. Quel giorno il cliente ha chiesto che gli venisse diviso in due il toast: cosa che abbiamo fatto, servendo le due metà su altrettanti piattini con tovagliolo. Molti, forse, non si rendono conto, ma chi gestisce un locale capisce bene cosa comportino richieste aggiuntive per chi lavora dietro un bancone».

Nessun astio

Alla fine, comunque, il barista di Gera non mostra alcun astio nei confronti del cliente che l’ha portato, suo malgrado, alla ribalta della cronaca: «Non mi ricordo di lui perché quel giorno non aveva manifestato alcun malumore o fatto rimostranze – dice – Lo vorrei comunque invitare di nuovo nel mio locale per chiarire tranquillamente a quattr’occhi la questione. Magari davanti a un caffè che gli offrirei io volentieri».

Spulciando tra le migliaia di commenti che continuano a comparire sui social, c’è chi critica il bar Pace: «Io normalmente il toast lo servo già tagliato a metà – scrive una barista – così non si raffredda e non c’è bisogno di usare due piattini e due tovaglioli. Ormai c’è chi fa pagare pure l’aria che respiriamo».

Ma c’è anche chi pubblica uno scontrino rilasciato dall’osteria del Cavolo di Finale Ligure nel quale, oltre al coperto di 7,50 euro per tre persone, compare anche la voce “piattino condivisione” per un costo di 2 euro. Il caso di Gera Lario, che ha suscitato un clamore incredibile, non è insomma unico e si può dire, quantomeno, che tutto il mondo è paese. «Mi sorprende la dicitura “diviso a metà” – scrive un altro utente di facebook dando ragione al dubbio di Buzzi Franzoso – . Non sarebbe stato più opportuno e saggio scrivere semplicemente “coperto”? Probabilmente non sarebbe emerso alcun polverone».

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