Svolta nella sanità
«Gli ospedali in rete
scelta decisiva»

Il dg dell’Asst Lariana Banfi punta su Menaggio e pensa a convenzioni con Gravedona e Lanzo d’Intelvi Spaggiari: «Collaborazione utile»

Soddisfazione e conforto, in Centro Lario, alla luce delle dichiarazioni del nuovo direttore generale dell’Asst lariana, Fabio Banfi, in merito all’ospedale di Menaggio.

Tre anni fa il passaggio con l’azienda della Valtellina, poi tante lamentele e disagi, fino alla scelta di chiedere alla Regione un ritorno con la sanità comasca; ma i cambiamenti comportano sempre dei problemi e tra gli amministratori c’è un po’ di ansia, che gli impegni annunciati dal nuovo responsabile, tuttavia, hanno in buona parte fugato. «Il dottor Banfi mi ha già telefonato per concordare una visita al nostro ospedale – afferma il sindaco di Menaggio, Michele Spaggiari – Mi è parso una persona affabile e la disponibilità massima che mi ha assicurato non è stata per nulla di circostanza. Apprezzo molto in particolare, la volontà di istituire un tavolo di confronto con gli amministratori locali: ha riconosciuto, insomma, che il nostro è un territorio con esigenze specifiche e intende dunque conoscerne le caratteristiche ascoltando chi vi abita per programmare i servizi. Condivido anche l’intenzione di stipulare convenzioni con strutture private accreditate, come l’ospedale di Gravedona e il Cof di Lanzo per una collaborazione che si rivelerà sicuramente proficua».

Annunciando i suoi obiettivi, Banfi ha detto che a Menaggio intende consolidare l’attività internistica e riabilitativa, rimodulando quelle chirurgiche verso il day/week hospital; l’ospedale del Centro Lario rimarrà rapportato al proprio bacino d’utenza, con una vocazione particolare per le emergenze, e non verrà affatto ridotto a poliambulatorio. Anche Antonella Mazza, sindaco di Carlazzo, èfiduciosaa: «I presupposti sono confortanti. Abbiamo scelto di tornare con Como ed ora sarebbe bene avviare il nuovo corso nel migliore dei modi. Ora tocca alla Regione risolvere il problema della carenza di medici».

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