Tragedia di Lenno, inchiesta alla fine
La turista belga resta ai domiciliari

Depositata anche la consulenza tecnica chiesta dalla Procura

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Como ha respinto una nuova istanza di scarcerazione avanzata dagli avvocati di Clea Wuttke, la giovane turista belga di 21 anni indagata in quanto responsabile dell’incidente naautico che lo scorso giugno costò la vita di Luca Fusi, 22 anni, studente di Guanzate morto sulle acque del lago di fronte al Balbianello. Il gip ha ritenuto tuttora sussistenti una parte delle esigenze che a suo tempo avevano indotto la procura a chiedere il fermo della ragazza. Questo benché l’indagine che la coinvolge sia ormai alle battute finali, se è vero, come è vero, che la Procura già dispone anche della consulenza tecnica. Le conclusione serviranno probabilmente a decidere dell’eventuale rinvio a giudizio di Clea, la quale potrà a quel punto lasciare la dorata prigione di Lenno - la “villa dei belgi” in frazione Campo, gioiello progettato da Ico Parisi - che da allora non ha più lasciato. La ragazza, lo ricordiamo, stava trascorrendo a fine giugno un periodo di vacanza con un gruppo di amici. Ai comandi di un motoscafo Mastercraft planò letteralmente sulla barca sulla quale Luca e i suoi amici prendevano il sole. Luca morì sul colpo, mentre gli amici si salvarono per miracolo, uno avendo avuto il tempo di tuffarsi in acqua, l’altro la prontezza di sdraiarsi tra i sedili. Sul motoscafo di Clea viaggiavano addirittura in dieci, impegnati probabilmente in una sessione di wakeboard. La giovane belga è accusata - lo ricordiamo - dei reati di omicidio colposo e naufragio. Nel corso del primo interrogatorio di convalida del fermo, si era giustificata ammettendo di non avere visto la barca di Luca.

(R. Cro.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA