Tremezzina, la sagra dell’asparago
Rogaro ritorna alla tradizione

L’edizione numero 54è stata un successo. Un mazzo venduto all’incanto per oltre 150 euro

Ci voleva una domenica così per (ri)dare fiducia a un territorio che ha nell’abbinamento tradizioni e turismo una delle sue carte vincenti.

E così la suggestiva frazione di Rogaro domenica 15 maggio è finalmente tornata ad ospitare la “sua” “Sagra degli Asparagi”, giunta all’edizione numero 54, definita dalla Pro loco di Tremezzo («Ora possiamo dirlo, si ricomincia» il post diffuso all’immediata vigilia della manifestazione) come «una delle più antiche tradizioni del Secondo Dopoguerra».

Il biennio segnato dalla pandemia e prima ancora il maltempo ne avevano interrotto il percorso virtuoso, ripreso ieri a pieno ritmo con la messa celebrata da don Mario Malacrida nella chiesa della Madonna Nera e al termine della celebrazione con la premiazione del miglior mazzo di asparagi nonché all’incanto dei mazzi di asparagi (una decina) presenti al concorso. Rito questo affidato alla voce ed ai modi garbati, ma decisi di Franco Brenna, a proprio agio nel ruolo di banditore, lui che ha raccolto il testimone dal compianto Martino Cossa, tremezzino doc.

L’incanto dei mazzi di asparagi è andato davvero bene (uno dei mazzi di asparagi è stato messo all’incanto sopra i 150 euro), un buon auspicio per i mesi a venire dunque per Tremezzo, per Tremezzina e per il lago.

Poi tutti a tavola nei ristoranti di Rogaro - da anni punto di riferimento importante anche in chiave turistica - nonché alla Torre medievale con vista su Bellagio, dove la Pro Loco ha predisposto in due distinti turni tra i 270 ed i 300 coperti, con un’ampia gamma di portate a base di asparagi naturalmente, tra cui gli inossidabili “asparagi e uova”, quei “sparc o of” che di diritto facevano e tuttora fanno parte della tradizione gastronomica del territorio.

(Marco Palumbo)

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