«Tumore al seno
Servono medici
e più controlli

Giorgio Baratelli, senologo scrive a Gesu’ Bambino

Gravedona

«Caro Gesù Bambino, ti scrivo questa letterina per chiederti un regalo particolare: una cosa apparentemente semplice, ma che in realtà non riesco a realizzare, neppure con l’aiuto di molti miei amici senologi».

In vista del Natale anche il direttore dell’Unità di senologia dell’ospedale di Gravedona, Giorgio Baratelli, ha scritto una lettera a Gesù Bambino, chiedendogli un aiuto per risolvere la crisi dell’attività legata alla prevenzione e guarigione del tumore al seno.

«Noi stiamo invecchiando e, anche se abbiamo avuto un periodo veramente d’oro, illuminato dal caro Prof Veronesi, ora non riusciamo a passare la nostra fiamma ai giovani e a formare una nuova generazione di senologi che si prenda cura della salute delle donne – prosegue l’oncologo lariano – . Penso proprio ci sia bisogno del tuo aiuto per far capire ai giovani medici la bellezza e l’importanza della nostra arte. Anche tu sei stato allattato dal seno della Vergine Maria per cui sai bene quanto importante sia mantenere la salute del seno e quanto questa venga insidiata dal tumore maligno. Il carcinoma della mammella, che chiamiamo proprio tumore maligno, mi ricorda il serpente, anch’esso maligno, che tentò Eva nel paradiso terrestre. E sai come è andata: ci sono voluti anni di tribolazioni, la tua incarnazione e la tua morte in croce, e ancora non è finita. Anche noi, come la tua Santa Madre, vogliamo schiacciargli il capo : la battaglia è quotidiana, difficile, estenuante, a volte sfibrante, senza risparmio di colpi, anche di colpi bassi. Per questo abbiamo bisogno di nuovi senologi bravi e per questo mi sono permesso di scriverti: per chiederti un aiuto, perché da soli non ce la facciamo».

A Gravedona c’è anche un Centro di senologia della Lilt integrato nell’Unità ospedaliera, che ottiene lusinghieri risultati: « Penso sia opportuno parlare dei problemi, più che dei successi – afferma il medico – : la prevenzione non è ancora un’abitudine, purtroppo, e molte donne arrivano con tumori già avanzati; le giovani, in particolare, pensano che possa succedere solo a mamme, le zie o le nonne. I tumori nelle fascia di età giovanile, invece, sono in aumento: nel mio piccolo, quest’anno, ho trattato tre donne fra i 30 e i 35 anni. Anche da noi, inoltre, c’è scarsa vocazione alla professione: tra le giovani leve dell’Accademia di Gravedona, quasi nessuno ha intenzione di fare il senologo».

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