Ubriaco, causò la morte dell’amica
Condannato a tre anni e quattro mesi

Finì con l’auto nel lago in via per Cernobbio. Lui si salvò, la ragazza morì annegata

Como

Tre anni e quattro mesi di carcere. È questa la condanna inflitta ieri mattina con giudizio abbreviato (e quindi con uno sconto di un terzo sull’entità della pena finale, che - non avesse optato per il rito davanti al giudice delle udienze preliminari - sarebbe dunque stata di 5 anni) a Nikolai Saldarini, il giovane di operatore sanitario di 24 anni che si era messo al volante ubriaco, la notte tra il 2 e il 3 giugno scorsi, finendo fuori strada con l’auto in via per Cernobbio e terminando nel lago. In quell’incidente perse la vita la sua amica di sempre, Tatiana Ortelli, annegata dopo essere rimasta imprigionata dentro la Panda.

La tragedia

L’incidente era avvenuto attorno alle 2.40 del mattino. I due amici, residenti entrambi a Moltrasio, avevano da poco ripreso la strada di casa, al termine di una lunga serata trascorsa nei locali del centro di Como, dove evidentemente il ragazzo aveva anche fatto qualche brindisi di troppo.

Mentre percorreva alla guida della sua Fiat Panda la via per Cernobbio, all’altezza della “s” dell’hotel Villa Flori, nel punto dove la strada fa una curva pronunciata sulla destra, l’auto ha sbandato. Andando dapprima a sbattere come un proiettile contro la parete della montagna e da lì rimbalzando di nuovo verso la carreggiata, lanciata in direzione del lago. L’auto è finita contro il parapetto, abbattendolo, per poi precipitare nel lago in un periodo in cui il livello delle acque era anche piuttosto alto. Saldarini è riuscito subito a liberarsi delle cinture e a uscire dall’abitacolo, prima che l’acqua risucchiasse l’auto, Tatiana invece era rimasta intrappolata all’interno. Il corpo era stato recuperato qualche ora più tardi dai sommozzatori dei vigili del fuoco.

Tra i primi a chiamare i soccorsi, quella notte, l’ex calciatore Pietro Vierchowod, che abita in una delle case poco sopra.

Gli agenti della polizia locale avevano sottoposto il giovane operatore sanitario - tra l’altro anche volontario del soccorso - al test alcolemico accertando un tasso superiore più del doppio rispetto al consentito, in un range tra 1 e 1,5 grammi di alcol per litro di sangue (il limite di legge è dello 0,5). Da qui la decisione della Procura di chiedere l’arresto del giovane, rimasto in carcere alcuni giorni prima di poter tornare a casa.

La vittima

Il giudice delle udienze preliminari ha di fatto applicato al giovane (per il quale è scattata anche la revoca della patente) il minimo della pena prevista in questi casi (la condanna per omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebbrezza con un tasso tra lo 0,8 e l’1,5 va da 5 a 10 anni) aggiungendo uno sconto di un terzo.

Tatiana Ortelli viveva a Tosnacco, a Moltrasio. Aveva frequentato il Cfp di Monte Olimpino e, dopo la scuola, aveva iniziato a lavorare come cuoca. Il suo profilo facebook era pieno di fotografie di lei al lavoro, davanti ai piatti che amava cucinare. L’avvocato della famiglia della giovane, Giuseppe Vernuccio, nella sua memoria conclusiva aveva chiesto al giudice una «sentenza di condanna equilibrata sulla scorta dell’effettivo comportamento assunto affinché ciò costituisca da monito per i giovani».

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