Un’altra capra sbranata dal lupo: «Adesso basta, bisogna intervenire»

Garzeno Terzo assalto in pochi giorni, allevatori preoccupati e domani si terrà un incontro. Il docente Michele Corti: «Presenteremo una petizione in Regione per chieder provvedimenti»

Nel giro di pochi giorni il lupo ha colpito ben tre volte a Garzeno, in due casi a ridosso dell’abitato. Ieri mattina un’altra capra è stata trovata sbranata, addirittura del tutto spolpata. E gli allevatori del territorio si incontreranno domani per costituire un apposito Comitato “Tutela delle persone e degli animali dai lupi”. La capra sbranata ieri era del giovane allevatore Denny Merga: «Sono andato io in stalla all’alba, che si trova a una cinquantina di metri dalle ultime case del paese; in tarda mattinata c’è andato mio fratello e ha trovato il misfatto: una capra sbranata e le altre, una trentina, tutte scappate».

L’attacco al collo dell’animale non lascia ancora una volta dubbi sulla matrice del predatore. Stavolta, tra l’altro, potrebbe non trattarsi dell’esemplare che da oltre un mese staziona da solo in Valle Albano: «Quando è salito mio fratello – aggiunge Merga – i predatori avevano evidentemente appena finito di pranzare e ha fatto in tempo a scorgere due esemplari che entravano nella boscaglia. Già un po’ di tempo fa avevo perso cinque capre in seguito a un attacco del lupo e ora non sappiamo proprio più come difenderci».

Gli allevatori, preoccupati e impotenti, hanno deciso, come detto, di fare gruppo e di costituire un Comitato per avere risposte precise. E’ il professor Michele Corti, docente universitario e presidente dell’associazione “Pastoralismo Alpino”, ad illustrarne più nello specifico il senso: «Porteremo avanti anche una petizione popolare all’interno del territorio della Comunità montana Valli del Lario e del Ceresio e la presenteremo al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, per chiedere con urgenza un provvedimento amministrativo sulla falsariga di quello adottato in Trentino per la gestione dell’orso. Il lupo è in costante crescita numerica, ma l’Italia rimane l’unico Paese al mondo in cui non si fa nulla per tutelare allevatori e cittadini. Si cementifica, si inquina – prosegue Corti – poi ci si nasconde dietro il culto del lupo per farsi belli. Vorrei ricordare quanto avviene nella vicina Svizzera, dove vengono adottare contromisure precise che arrivano fino all’abbattimento dell’animale quando si avvicina troppo agli abitati e preda animali domestici». Un mese fa si era registrato un attacco a Corlino, sopra Germasino, con il proprietario della capra uccisa nei pressi; la settimana scorsa il lupo aveva colpito in pieno giorno in un recinto appena fuori dall’abitato di Garzeno e poi sui monti di Catasco.

Roberto Lanati, l’allevatore di Garzeno privato di una capra la scorsa settimana ai margini del paese, è tra i convinti sostenitori dell’iniziativa del Comitato: «Speriamo di avere maggior voce – commenta – . I lupi, ormai, sono sempre più numerosi e, se non si interviene, per noi allevatori sarà sempre peggio. Gli attacchi avvengono ai margini del centro abitato e l’idea di imbattersi in uno o più lupi mentre di passeggia non è certo una prospettiva esaltante».

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