Variante Tremezzina,
il silenzio di Roma fa paura

Il ministero doveva intervenire sul braccio di ferro tra gli enti locali e la Soprintendenza sul tracciato Il termine era per fine 2015, ma ancora nessun verdetto. E i tempi burocratici rischiano di allungarsi ancora di più

Ci sarà da correre. E anche piuttosto veloce. Perché è vero che “dopo l’approvazione alla Camera della Legge di conversione del Decreto Legge n. 185/2s 015” ora ci saranno due anni in più per cantierare la variante della Tremezzina senza perdere i 210 milioni di euro stanziati dallo “Sblocca Italia”. Ed è altrettanto vero che, come hanno dichiarato i deputati comaschi Mauro Guerra (che è anche sindaco di Tremezzina) e Chiara Braga, «che ora non c’è più il rischio che queste risorse vengano revocate».

È però innegabile che se il Consiglio dei Ministri non si esprimerà in tempi celeri, azzardiamo entro il 10 febbraio – attraverso l’ormai celeberrimo «provvedimento di alta amministrazione» – sul futuro di questa grande incompiuta del territorio, l’iter della variante potrebbe davvero diventare tortuoso.

Insomma, c’è il rischio che a furia di correre, poi manchino tempo ed energie. Il Consiglio dei Ministri dovrà decidere se dare il via libera all’opera – bypassando il “no” fermo della Soprintendenza a tutti i livelli tecnici ed istituzionali – oppure dare il colpo di spugna definitivo ad anni di battaglie sul territorio. Decisione questa che avrebbe il sapore della gigantesca beffa.

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