Voleva vendergli i terreni della Curia ma era una truffa, scatta la denuncia

La storia Settantenne di Fino Mornasco riesce a farsi dare 16mila euro da un “amico”: «E ancora oggi mi perseguita con richieste di denaro». E spunta un altro caso identico

È cominciato tutto al bancone del bar, davanti alla televisione per guardare le partite di calcio. «Siamo diventati amici così», dice Francesco, poco più che quarantenne. Lui e Luca, quest’ultimo un pensionato settantenne residente a Fino Mornasco, sono entrati in confidenza. Si sono fatti simpatia. Ma quella confidenza e quella simpatia, ora, sono il sale di un fascicolo d’indagine aperto in Procura a Como con l’ipotesi di reato di truffa. Sotto accusa il pensionato. Capace, secondo la vittima, di farsi consegnare oltre 16mila euro in contanti nell’arco di un anno. E dal passato spunta un altro caso del tutto analogo.

Il racconto

Lui, il settantenne, è il classico insospettabile. Volto conosciuto in paese, affabile, con la classica parlantina di chi sa conquistarsi la fiducia altrui, nell’estate dello scorso anno dopo mesi di condivisione di passione calcistica inizia a proporre alla sua vittima un affare immobiliare a suo dire unico: la compravendita di terreni della Curia in Val d’Intelvi. Un affare che lui, agente immobiliare, stava seguendo e sul quale era certo di poter portare a casa interessanti provvigioni. Francesco si fida. E dopotutto è un periodo difficile, in cui lavora poco e qualche entrata extra non sarebbe guastata. Per il quarantenne è l’inizio di una sorta di incubo.

Il pensionato con il pallino degli affari immobiliari inizia a chiedergli soldi: ora per pagare dei bolli, ora perché ci sono dei bollettini da onorare, ora perché «gli onorari dei professionisti, sai...». La richiesta di denaro non è mai clamorosa: 200 euro oggi, 350 domani. Dopo alcuni mesi, ovviamente, la vittima del raggiro chiede a che punto siamo. E, regolarmente, ecco le rassicurazioni: ancora pochi giorni e arrivano i primi onorari. Guarda, questione davvero di ore, ma... e il ma ha sempre portato con sé nuove richieste di soldi. Servono 600 euro per pagare dei contributi che altrimenti... ancora 380 euro per gli ultimi atti... Il paradosso è che per provare a tranquillizzare e, soprattutto, a farsi perdonare per i ritardi nei pagamenti, il pensionato era così abile da proporre nuovi possibili affari:un rustico ad Argegno proprietà di una suora parente, un terreno a Cantù. Dopo un anno, il quarantenne ha detto basta. Si è rivolto a un legale (l’avvocato Alessandro Cavallo) e nelle scorse settimane ha formalizzato una querela in Procura.

Un’altra vittima

Nel frattempo è emerso un caso del tutto analogo, avvenuto in passato, sempre a Fino. Protagonista sempre il pensionato ora sotto inchiesta. La vittima, infatti, ha conosciuto una donna che al settantenne, sempre dietro la promessa di condividere degli affari immobiliari, ha pagato migliaia di euro.

Nonostante tutto, lui, il pensionato, non sembra intenzionato a demordere. E ancora oggi tempesta di whatsapp la sua vittima: «Ormai ci siamo, basta poco. Ma se non vuoi i tuoi soldi, io non so cosa farci. Richiamami subito».

Chissà che, la prossima telefonata che il protagonista di questa denuncia riceverà, non sia quella dei carabinieri.

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