Arrivati altri 25 profughi afgani
Caritas e cooperative li accolgono

Negli ultimi giorni raddoppiati i numeri delle presenze - Quasi raggiunta la quota assegnata per ora a Como dal ministero

Nuovi arrivi dall’Afghanistan negli ultimi 15 giorni. Raddoppiano le presenze. Il Comasco raggiunge quasi la quota di profughi afghani che gli era stata assegnata dal ministero, secondo il circuito dell’accoglienza dei Cas (centri di accoglienza straordinaria), gestito dalle prefetture territoriali. Ad oggi nelle varie strutture sono ospitate 52 persone (erano 27 fino a pochi giorni fa), distribuite tra gli appartamenti della cooperativa Intesa Sociale e gli spazi messi a disposizione da Caritas Diocesana con Symplokè ed Eskenosen e da Exitus srl.

Ma l’ospitalità potrebbe andare oltre le cifre comunicate in prima battuta che prevedevano 53 persone. Proprio per Intesa Sociale parla Luigi Capiaghi che è in attesa di una prossima chiamata dalla prefettura di Como che potrebbe confermare la necessità di accogliere altri 15 profughi afghani.

«Attualmente abbiamo in carico 23 persone provenienti dall’Afghanistan – spiega – sei a Faloppio, sei a Como in via Grandi, quattro a San Fermo della Battaglia, tre a Bizzarone. Sono quasi tutti uomini, anche di un certo livello culturale, dal giornalista tv al professore al laureato. Le uniche donne hanno trovato alloggio a Faloppio, insieme ad alcuni bambini».

Intesa Sociale porta avanti un progetto di ospitalità diffusa, pensato per piccoli gruppi, spesso familiari, dislocati in appartamenti: «Ora ci stiamo occupando dell’inserimento di queste persone che sono ancora molto disorientate dalla realtà in cui si trovano e in cui sono state catapultate da un giorno all’altro. Partiremo a breve con i corsi di lingua italiana per fornire loro uno strumento primario di integrazione e ci stiamo muovendo anche per i minori, per capire come inserirli negli istituti scolastici del territorio. È un processo a lungo termine, ma stiamo riscontrando tra loro tanta disponibilità e un atteggiamento positivo».

Anche la Caritas diocesana è in prima linea in questa accoglienza. Il primo gruppo a essere ospitato a Como è stato quello formato da una famiglia allargata di 10 persone, accolta nella struttura di Eskenosen, gestita da Mauro Magatti.

A metà ottobre la cooperativa Symplokè, sempre legata a Caritas, ha allestito gli spazi concessi dai padri Comboniani di Rebbio per una seconda ondata di arrivi che ha portato in città altri 15 profughi, tutti appartenenti allo stesso ceppo familiare.

«Inizia il percorso di integrazione – sottolinea Stefano Sosio, presidente della cooperativa – Si tratta di lavorare giorno per giorno con queste persone e di stare loro accanto fin da subito nell’affrontare tutte le incombenze quotidiane che incontra sul cammino chi inizia una nuova vita in un nuovo Paese. Symplokè segue nel complesso 60 migranti del circuito dei Cas, e dal 2015 adotta una politica di accoglienza che tende a tenere uniti i nuclei familiari, accolti in realtà contenute, come appartamenti. In questo caso, visto la famiglia allargata di 15 persone afghane, ringraziamo particolarmente i padri Comboniani per averci dato la possibilità di sfruttare gli spazi della loro struttura a Rebbio». Il quadro degli arrivi si completa con altri quattro profughi, affidati a Exitus srl.

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