Cazzaniga e i morti sospetti
«Sì, sapevo del “protocollo”»

Testimonianze degli infermieri del pronto soccorso di Saronno al processo al medico

Sfilata di infermieri del pronto soccorso di Saronno in tribunale a Busto Arsizio e rivelazioni a “luci rosse”. Ieri mattina, infatti, nell’ambito dell’inchiesta “Angeli e Demoni”, contro Leonardo Cazzaniga, il vice primario dell’ospedale di Saronno, residente a Rovellasca e ora in carcere, accusato della morte di 11 pazienti (oltre al decesso di altre tre persone in contesto familiare) sono state ascoltate alcune infermiere. E, come peraltro avvenuto nelle precedenti udienze, ne è emerso un quadro inquietante di quello che avveniva.

«Cazzaniga – racconta una teste – aveva un carattere particolare, era sopra le righe. Era aggressivo. Quando era particolarmente agitato capitava che prendesse dei farmaci contro l’ansia, in particolare Lorazepam e Valium. Li assumeva da un flaconcino».

Una circostanza, quella dell’assunzione di farmaci, confermata anche dalle parole altri infermieri. «All’interno della struttura – ha aggiunto uno di loro – aveva un rapporto extraconiugale con Laura Taroni, erano molto affezionati, tanto che si baciavano in pubblico sulle labbra davanti a colleghi e pazienti».

E relativamente alla vicenda ha rilanciato: «Avevo sentito parlare del protocollo Cazzaniga, ma quando mi chiese di applicarlo mi rifiutai. Sapevo che era un metodo per accelerare la morte dei pazienti. Gli avevo sentito dire: faccio e a volte sono l’Angelo della Morte».

E ancora: «Avevo vissuto – ha raccontato un’altra infermiera – un’unica situazione di disagio, ma dissi che la coppia Cazzaniga-Taroni era potenzialmente esplosiva».

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