Rovello, il collezionista di carpe

Con un passato da pescatore Mario Alberio è un riferimento nazionale per la specie detta “Koi”. «Le tengo tutte in laghetti e stagni di mia proprietà»

Da pescatore in erba a “collezionista” di carpe, lo strano percorso di Mario Alberio, rovellese, ha preso la svolta con un piccolo stagno nel giardino di casa e lo ha portato a diventare un riferimento nazionale tra gli estimatori delle carpe Koi, altrimenti dette carpe ornamentali.

Prima di tutto non chiamateli pesci, perché la filosofia che sta dietro a questa peculiare passione ha poco o nulla a che vedere con la pesca e tanto meno con la cucina.

Dal Giappone

«Mangio pesce ma non le Koi, oltre tutto non sono buone», spiega l’allevatore di Rovello. Anche se la Koi è semplicemente una varietà di colorazione della Ciprinus Carpio, cioè la carpa comune, gli esemplari che si allevano in cattività non si mangiano. Si distinguono da quelli del lago per la livrea e le macchie colorate, si acquistano o si scambiano durante fiere internazionali o in allevamenti specializzati.

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