Disabile abbandonato in casa
Coppia di badanti a processo

A Valmorea nessuna pulizia, escrementi di gatto e dieta a base di pastina: uomo tetraplegico denuncia i suoi assistenti e si costituisce parte civile

«Il lenzuolo era diventato del colore di questa scrivania» e con il dito indicano il ripiano in legno scuro dietro il quale siede il giudice.

Affermazione che due testimoni hanno voluto mettere a verbale, ieri mattina in Tribunale a Como, quando sono state chiamate a deporre nel processo che vede una coppia accusata di maltrattamenti a carico di una persona disabile.

Una vicenda dai contorni ancora tutti da delineare, comprese le eventuali responsabilità penali degli imputati. Ma quel che emerge fin dalle prime battute dell’udienza sono le condizioni di estremo bisogno materiale e morale, in cui era costretto a vivere la parte offesa un cinquantenne, tetraplegico dalla nascita.

Nel 2011 aveva stipulato un contratto con una donna di 35 anni, che l’avrebbe dovuto accudire come badante, in cambio di danaro e di vitto e alloggio per sé e per il marito, di 38 anni. Tutto bene o quasi fino al 2013, quando l’uomo non ha più soldi per pagare la donna. Ma decidono ugualmente di continuare la convivenza. Da allora però le attenzioni della coppia verso l’uomo disabile vanno sempre più scemando, fino quasi ad annullarsi.

I fatti per i quali la coppia è a giudizio sono relativi al 2014. La Procura (pm Simona De Salvo), contesta ai due di aver costretto l’uomo a vivere in precarie condizioni igienico sanitarie, senza mai il cambio delle lenzuola, di tenerlo recluso nella sua camera da letto, disattendendo alle cure più elementari, nutrizionali e di vestizione della persona.

Nessuna pulizia dei locali e una dieta ferrea a base di pastina. «L’uomo era privato di altri cibi più nutrienti» scrive la Procura, di cui invece la coppia si approvvigionava «a spese della persona offesa».

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