Il mistero delle campane
Uggiate, suonano di notte

A giorni alterni 40 secondi di rintocchi giusto un minuto dopo l’una

Enigma o mistero: alle ore una e minuto uno, in piena notte di gelo e di coprifuoco, suonano le campane della chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, nel cuore del paese.

È la quarta volta che succede, a giorni alterni e l’ultima è di sabato su ieri: il concerto dura 40 secondi ed è un concerto strano, non è a martello, non è festoso, non è nunziante una Messa, un battesimo, un matrimonio, non è niente di noto neppure al più esperto di musica campanaria, interroga fedeli e maestri del pensiero, sembra una successione di rintocchi.

Ma se anche lo fosse, i rintocchi sarebbero 12, le dodici ore della giornata e non per 40 secondi. E poi è la 1,01: al massimo, sarebbe un rintocco solitario come un gong. A dir la verità, nelle prime due circostanze, i battacchi si sono sciolti un minuto dopo mezzanotte: chiamata la ditta specializzata, verificato il marchingegno e i comandi computerizzati, il caso sembrava chiuso. E invece, il caso è già sull’ora legale e sbaglia pure quella, perchè ritarda di un minuto.

Nessuno, Confratelli Fabbriceri e Consiglio pastorale, si capacita. Era già successo una volta, nell’estate di due anni fa, verso l’alba, ma era stato un episodio, aperto e chiuso.

Nel periodo della prima ondata Covid, altra sopravvenienza: senza giustificato motivo, partiva “l’agonìa”, secondo la tradizione dei paesi devoti e solidali che consiste nell’annunciare un ritorno alla Casa del Padre.

Una tradizione che resiste a tutti gli altri mezzi di comunicazione. Senonchè, partiva la campana e nessuno le aveva dato l’ordine. Ma era andato in tilt un relais, collegato ad un telefonino: cancellata l’applicazione, tornò la puntualità della Chiesa e della Comunità nell’accompagnamento di persone al Cielo.

Più volte ispezionato, il marchingegno che regola le campane in apparenza è perfetto. Chissà che cosa lo fa uscire di testa: tutte le ipotesi sono aperte, scartata la manipolazione.

Da anni, ormai, per disposizione della Curia in tutta la Diocesi, le ore e anche le mezz’ore sono segnate dalle 7,30 del mattino alle 19: da quel momento, le campane tacciono. C’è chi le rimpiange e chi dice meno male e le reazioni sono disparate anche adesso, chi insulta e chi è affascinato.

E chi rievoca l’antica leggenda: se il suono delle campane arriva da Olgiate Comasco, segna maltempo. Se arriva da Colverde, bel tempo. Ma qui è indigeno, che cosa c’entra. Ieri, decisione drastica: si spegne tutto, computer, marchingegno, orologio, illuminazione, scampanate e martelli.

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