Il progetto Sim-patia. Musica ed emozioni per aiutare chi soffre

In Regione Cerimonia di chiusura per Young Inclusion. La presidente Irma Missaglia: «Non possiamo più ragionare soltanto di assistenza: vanno ascoltati i bisogni altrui»

È visibilmente emozionata Irma Missaglia, presidente di Sim-Patia, quando parla di «piccoli miracoli». A ben vedere, in realtà, si tratta davvero di grandi trasformazioni che permettono di «riprendere a vivere, con un lavoro paziente che parte dall’aspetto emotivo». Difficilmente potranno dimenticare il pomeriggio vissuto ieri, nella cornice dell’auditurium Gaber di Palazzo Pirelli a Milano, gli operatori e gli ospiti della cooperativa sociale di Valmorea nata nel 1989. Con “Musica che include” si è chiuso, infatti, il progetto triennale “Young Inclusion”, sostenuto dal programma Interreg Italia-Svizzera e nato per arginare situazioni di fragilità e di esclusione di giovani disabili, in situazioni di disagio o con disturbi di personalità borderline.

«Oggi concludiamo sulla carta questo progetto – spiega Missaglia – ma in verità abbiamo aperto una strada. Si tratta di un punto di arrivo, certo, ma anche e soprattutto di una ripartenza». Sarà una bella sfida, ma – a giudicare dai primi risultati – non mancheranno le soddisfazioni. «“Young Inclusion” è un progetto particolarmente virtuoso nato dal territorio. Tutte le risorse sono state, infatti, spese intelligentemente fino all’ultimo centesimo, ma soprattutto – e questo è l’importante – già si sono visti miglioramenti nei nostri ragazzi. È questo l’aspetto più bello». Le parole di Alessandro Fermi, presidente del Consiglio regionale, confermano l’impegno di Regione Lombardia nei confronti del progetto pilota di cui Sim-Patia è ente capofila. «Avete dato prova – sempre Fermi – con tenacia e con convinzione del valore della musicoterapia nei percorsi di riabilitazione. Davvero una pratica efficace ed entusiasmante per aiutare chi ha subito gravi traumi e necessita di linguaggi differenti per comunicare».

Parafrasando Oscar Wilde, Irma Missaglia ricorda come la musica sia «l’arte più vicina alle lacrime e alla memoria. Il lavoro di Sim-Patia, infatti, non punta soltanto sulla razionalità, ma desidera riattivare la parte emotiva di ciascuno». Proprio per questo, «non possiamo più ragionare soltanto nell’ottica dell’assistenza: già da 25 anni noi ci occupiamo, innanzitutto, di ascoltare i bisogni dei nostri ospiti».

Ed è unico, in questo senso, il valore del progetto. «È un percorso per tornare autonomi», sempre la presidente. «Riprendere l’utilizzo della parola fa la differenza. Mi emoziono ancora quando ripenso allo stupore di un nostro ospite afasico nel sentire la propria voce». Proprio per questo hanno toccato il cuore di tutti le note dell’Infinity Ensemble, la band che unisce gli ospiti di Sim-Patia e giovani allievi della scuola di musica Infinity Sound di Cavallasca.

«Il Covid – prosegue Missaglia – ci ha un po’ rallentato, ma non ci ha mai fatti fermare». E poi, nonostante tutto, «la musica ci insegna che non esistono barriere: è un’esperienza che possiamo fare tutti, a qualsiasi livello ed età», spiega Antonio Elia, musicologo e musicoterapeuta di Sim-Patia. A lui ieri è stata affidata la conduzione dell’ensemble che insegna quanto la musica sia «uno strumento in grado di trasformare la persona umana: la vera inclusione è permettere a chiunque di esprimersi, utilizzando i mezzi più efficaci».

Proprio come il Kibo, un strumento musicale «che associa alle sette note della scala sette differenti figure geometriche. È davvero emozionante vedere un processo di miglioramento nell’espressione della parola da parte delle persone afasiche», conclude Federico Capitanio, educatore e musicoterapeuta.

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