Insultata a scuola dal compagno di classe
«Io sono islamica, ma non terrorista»

Prima il messaggino di un amico, poi in classe è stata additata come responsabile. «Tutti mi hanno guardata e ho pianto. Poi si è scusato, ma alla fine mi ha fatta sentire in colpa»

All’indomani degli attentati di Parigi, ha ricevuto un sms con il titolo del quotidiano Libero “Bastardi islamici”.

Lei è una ragazza – 15 anni, iscritta alla prima superiore - di origini libanesi, residente da quattro anni in un Comune dell’Olgiatese. Una adolescente, non ne riportiamo il nome in quanto minorenne, perfettamente integrata, uguale a tante sue coetanee nei modi di fare e di pensare, ma additata con diffidenza come musulmana dopo fatti tragici come la recente strage di Parigi.

«Andando a scuola il mattino dopo la serie di attentati a Parigi, mi aspettavo qualcosa di spiacevole, come era già successo a gennaio in occasione dell’attacco terroristico alla sede del settimanale satirico Charlie Hebdo e in altre circostanze simili – racconta la ragazza – Purtroppo non mi sbagliavo».

La prima offesa è arrivata sul telefonino: «In una pausa tra una lezione e l’altra, ho aperto il cellulare e ho trovato un sms di un mio amico con il titolo di Libero “Bastardi islamici” - prosegue la giovane – Sono rimasta molto turbata. In quel momento si è avvicinato un mio compagno di classe che mi ha chiesto perché fossi arrabbiata e gli ho mostrato l’sms. Sulle prime è rimasto zitto, poi ha commentato che il ragazzo che me l’aveva inviato non era un amico, ma un maleducato. Proprio perché l’sms mi aveva fatto star male, avevo chiesto a questo mio compagno di classe di non parlarne in aula».

«Alla ripresa delle lezioni, il professore ha accennato agli attentati della sera prima a Parigi e il mio compagno di classe, cui avevo chiesto di non parlare dell’sms con il titolo di Libero, si è alzato e, indicandomi, ha detto “E’ tutta colpa sua” e subito dopo ha riferito dell’sms. Tutti mi hanno guardata e sono scoppiata a piangere».

In seguito il compagno di classe si è scusato di averla offesa, ma le è rimasta una profonda amarezza: «Mi sono sentita in colpa, pur sapendo che nulla c’entro con chi ammazza, taglia teste e fa esplodere bombe per fare stragi».

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