La strada per Baragiola è chiusa. Ma il viavai per comprare la droga non si ferma

Olgiate Comasco La via interrotta e la presenza degli operai del cantiere non ha bloccato il commercio. È cambiata la modalità di acquisto, non più take away: il cliente scende dall’auto e va nel bosco

Strada chiusa, ma lo spaccio continua. Dal metà febbraio in via Carducci, tra il ponte dell’ex ferrovia e il civico 5 di via Baragiola, è istituito il divieto di circolazione in entrambi i sensi di marcia per consentire di effettuare i lavori di allacciamento della nuova fognatura a quella già esistente in via Carducci, all’altezza del ponte sull’ex ferrovia e in via Baragiola al civico 5, a cura dell’Impresa Bruni Scavi di Grandate per conto di Como Acqua. Nonostante la strada chiusa al traffico, non si è interrotto il via vai di clienti diretti all’area boschiva della collina tra il ponte di Baragiola e la zona Avon, per acquistare stupefacenti dai pusher che stazionano nel bosco in attesa di clienti. Lo spaccio persiste, eccome, come segnala chi risiede nella zona o la frequenta per passeggiate nel verde.

Lo scambio

E’ semplicemente cambiata la modalità dello scambio per aggirare il problema della chiusura della strada al transito veicolare. Con la strada aperta, il cliente neppure scendeva dall’auto, ma accostava nel luogo concordato per telefono con lo spacciatore, il quale usciva dal bosco, cedeva la dose, ritirava i soldi, risaliva nella boscaglia, mentre il tossicodipendente riprendeva la marcia.

In questo periodo niente take away dello spaccio; la compravendita di droga, se possibile, è ancora più palese, addirittura sfacciata, a cielo aperto. Una telefonata al pusher per prenotare la dose e poi il passaggio per prelevare, ma adesso scendendo dall’auto. Il cliente arriva, parcheggia la vettura in mezzo alla strada forte del fatto che il transito veicolare sia interrotto, si avvicina a piedi alla zona boschiva nei pressi del ponte dove sono accampati gli spacciatori. Tutto apparentemente normale, come se l’area di spaccio fosse il numero civico di un’abitazione verso cui dirigersi tranquillamente. Non si preoccupano neanche di fare il prima possibile per non dare troppo nell’occhio, ma al contrario raggiungono a passo tutt’altro che spedito il luogo dello scambio di droga e poi altrettanto con calma tornano a riprendersi l’auto e andarsene. Scena che si ripete più volte nell’arco della giornata e della sera e che si intensifica nel fine settimana.

I luoghi

Copione che si ripropone da entrambi i lati del ponte chiuso al traffico. C’è chi arriva in auto da Castello e posteggia lungo la strada che porta alla corte di Baragiola e chi proviene da Olgiate e si ferma al di là del cavalcavia. Sono perlopiù habitué che conoscono la zona dello spaccio perché ci vengono spesso ad acquistare stupefacenti; parecchi di loro guidano auto con targa svizzera.

I residenti si auguravano una mini tregua dello spaccio nel mese dei lavori in corso, invece nulla è sostanzialmente cambiato. Né la presenza di spacciatori nel bosco, né i clienti in cerca della dose che arrivano e se ne vanno indisturbati. Per alcuni di loro è talmente normale pensare a quel luogo come una sorta di discount della droga che, incrociando sulla propria strada residenti o persone che la frequentano per motivi diversi dallo spaccio, li scambino per clienti e si rapportano a loro come se lo fossero.

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