Lo strano caso del microchip nascosto... nello stracotto d’asino. Una donna denuncia, ma le indagini non conducono a nulla

Lurate Caccivio La polemica risale alla Festa d’autunno: una donna sosteneva di aver trovato l’oggetto nella pietanza. La Pro Loco: «Non siamo responsabili, adesso vogliamo le scuse»

Sul caso del microchip nello stracotto d’asino, la Pro loco si chiama fuori da ogni responsabilità e attende pubbliche scuse da chi lo ha sollevato. La vicenda risale alla Festa d’autunno dello scorso 22 ottobre, organizzata dalla Pro loco. Stando a quanto denunciato da Morena Masciocchi di Lurago Marinone, che con il marito era andata lì a cenare, mentre consumava lo stracotto d’asino avrebbe avvertito un corpo estraneo in bocca, scoprendo poi con sua sorpresa che era un microchip.

Risentita per l’accaduto, la signora era andata a fondo alla questione. Era risalita al macellaio, alla persona che aveva procurato la carne per la festa e, stando a quanto da lei riferito, le avrebbero spiegato che il chip non sarebbe stato smagnetizzato, non sarebbe stato tolto forse per una disattenzione. Insoddisfatta delle risposte, la signora si era poi rivolta a un avvocato, il quale aveva scritto una Pec alla Pro loco chiedendo un incontro con il responsabile al fine di poter acquisire tutte le informazioni necessarie sulla provenienza e macellazione dell’asino.

A fronte della segnalazione, la Pro loco si era subito attivata presso il fornitore della carne d’asino “incriminata” per procedere con gli opportuni accertamenti e approfondimenti al fine di chiarire la questione, resa pubblica dalla signora a mezzo stampa.

«Dopo vari tentativi di colloquio, il nostro avvocato ha scritto una lettera al loro legale – spiega Andrea Baietti, presidente della Pro loco - Non ricevendo alcuna risposta, riteniamo di non aver alcuna responsabilità rispetto all’accaduto. Il consiglio della Pro loco fa presente che nessuno dovrebbe diffamare le associazioni, composte da volontari che lavorano per il bene del paese con tanti sacrifici».

«La signora Masciocchi, non essendo in grado di presentare alcuna prova, riteniamo che debba delle scuse all’associazione e alla comunità di Lurate Caccivio».

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