Lurate: morto a 49 anni
per una malattia rara
«Ciao Pietro, hai lottato fino all’ultimo»

Il commosso ricordo della moglie e dei compagni di lavoro della Tifas. «Si era persino sottoposto a cure sperimentali pur di rimanere accanto alla sua famiglia»

Sicuramente avrebbe voluto essere accanto alla figlia minore che ieri ha ricevuto il sacramento della cresima, invece un male incurabile lo ha stroncato a 49 anni.

Pietro Rigamonti è deceduto l’altro ieri pomeriggio, dopo aver combattuto con tutte le sue forze per circa un anno contro il male. «Gli era stato diagnosticato un mesotelioma pleurico sarcomatoide, è una malattia per cui non esiste cura – spiega la moglie Lara – Ha fatto anche due terapie sperimentali per contribuire alla ricerca di una cura per questa malattia. Le due sperimentazioni cui si è prestato erano l’unica possibilità di avere una speranza di guarigione, ma purtroppo non hanno funzionato».

Si è aggrappato all’unica possibilità di tentare una cura, pur di poter vivere anche solo un minuto in più accanto alla moglie Lara e alle figlie Gaia di 13 anni e Luna di 11. Lo aveva confidato anche ai colleghi, tanto era legato alla sua famiglia.

Un gesto di amore per la vita e insieme di estrema generosità, nella speranza che la ricerca possa aprire nuove frontiere nella cura di mali tanto aggressivi. Lo conferma la moglie, che aggiunge: «Era umile, volenteroso e sempre pronto ad aiutare gli altri. Era molto legato alla famiglia ed era un gran lavoratore». Per tanti anni aveva fatto l’imbianchino, sia come dipendente che con una propria impresa artigiana.

Dopo aver lavorato per anni in Svizzera, da un paio di anni lavorava alla Tifas di Lurate Caccivio come tintore, dove ha lasciato un ottimo ricordo. «Era un gran lavoratore – ricorda l’amico Andrea Martorana – Era di gran cuore, non diceva mai di “no” a nessuno. Era sempre disponibile. Non trascurava mai la famiglia, era la sua priorità».

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