Morto nei boschi. «Noi sotto assedio
per droga e spaccio»

Olgiate, i residenti sono spaventati. Il quotidiano passaggio di persone ha creato dal nulla un vero e proprio sentiero “degli spacciatori”

«Io li non ci entro» Un no categorico mentre con la mano indica il bosco del Monte Sinai, un fazzoletto del territorio di Lurate Caccivio incastrato tra Olgiate Comasco e Oltrona.

Lo stesso bosco dove domenica pomeriggio un cacciatore ha trovato il cadavere di Giovanni Todisco, 36 anni di Dongo, probabilmente stroncato da un cocktail di farmaci, e una donna di 32 anni in gravissime condizioni.

I residenti della zona, poche case sparse lungo la strada che da Olgiate porta a Oltrona, non sono sorpresi di quanto accaduto. Da anni, ormai, si sentono sotto assedio: nella zona è un continuo via vai di persone, «con certe facce» aggiunge una signora, che si inoltrano nei boschi: prima verso Caccivio, e ultimamente dirette verso la collinetta del Monte Sinai.

Un passaggio continuo che ha creato un vero e proprio sentiero tra gli alberi. Un percorso che prima non esisteva: facile definirlo come il sentiero della droga.

Trovarlo non è difficile visto che il punto di riferimento è una grossa cabina del gas. Dall’altro lato della destra, sulla sinistra se si arriva da Oltrona, una palina che indica la presenza del metanodotto segnala anche l’inizio del sentiero.

Dalla strada si entra subito nel bosco e si sale sulla collina arrivando ai punti di ritrovo di spacciatori e clienti. Più sotto scorre la roggia Antiga e, verso Olgiate, c’è il luogo dove è stato trovato il corpo.

«Qui arrivano persone a tutte le ore del giorno» raccontano due donne che abitano proprio in località Monte Sinai spiegano come si muovono spacciatori e clienti.

C’è chi preferisce lasciare l’auto in sosta lungo la strada principale, ad una certa distanza dal sentiero probabilmente per non attirare l’attenzione dei residenti e delle forze dell’ordine.

Molto più spesso le auto accostano, fanno scendere una o più persone e mentre la vettura si allontana subito i passeggeri si inoltrano velocemente nel bosco. Per poi uscirne in condizioni disastrose rischiando di essere investiti dalle auto di passaggio.

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