Olgiate, baby gang e vandali
«È un’emergenza, la città si mobiliti»

Discussione in consiglio. «Ragazzi di 11-12 anni fuori casa in piena notte»

L’emergenza giovanile è approdata in aula consiliare. Preoccupano i recenti casi che hanno coinvolto adolescenti, dai più classici atti vandalici all’episodio grave della rapina a una prostituta. Segnali di un profondo disagio su cui minoranza e maggioranza si sono interrogati. C’è la consapevolezza che sia urgente intervenire.

«Dopo le vacanze convocheremo un incontro con tutti gli operatori del settore e associazioni che a vario titolo si occupano di minori. La scuola, il Comune con i servizi sociali, il Consorzio servizi sociali dell’Olgiatese, l’oratorio e altre realtà che operano con i ragazzi – ha dichiarato il vicesindaco Paola Vercellini – C’è l’intenzione di convocare questo tavolo quantomeno per avere uno scambio di tutte quelle informazioni che magari ciascuno di noi ha parzialmente e che spesso ai servizi sociali arrivano quando la situazione è già disperata, o quasi. Al tavolo si cercherà di trovare una strategia d’intervento, nella consapevolezza che sia però fondamentale la collaborazione delle famiglie. Purtroppo la famiglia è sempre più un ente che esiste sulla carta, ma che non c’è. C’è una specie di abdicazione del ruolo genitoriale. Mi capita spesso di incrociare ragazzi di 11-12 anni che sono ancora fuori casa dopo le 23. Sorge spontaneo chiedersi dove siano i loro genitori».

Dalle fila della minoranza un forte sollecito a intervenire al più presto. «Dalla sciocchezza dei pesciolini strappati all’esterno dei negozi a fatti molto più gravi come la rapina a una prostituta, sono tutti segnali di una problematica che è in crescita e che va affrontata di petto – ha affermato Daniela Cammarata, capogruppo della lista “Noi con Voi per Olgiate” - E’ il momento di cominciare a dare delle risposte di polso e attivare qualche progetto. Si potrebbe partire dall’educazione civica nelle scuole rivolta ai ragazzi, ma anche ai loro genitori. Iniziare a settembre a impostare un progetto, o anche solo qualche assemblea per cominciare a sensibilizzare i ragazzi e le loro famiglie, per lanciare dei messaggi che magari qualcuno può iniziare a cogliere per cambiare rotta».

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