Olgiate, travolto e ucciso
Il pirata si difende:
«Ero spaventato»

Il giovane di Solbiate si è costituito dopo aver confessato ai genitori l’investimento di un uomo. Aveva un tasso alcolico triplo rispetto al consentito

Si è presentato a casa, dai genitori, con l’auto visibilmente danneggiata e sotto choc. E a loro ha confessato: «Ho investito un uomo... e sono scappato». Fuggito «per paura» dirà poco dopo ai carabinieri della stazione di Olgiate Comasco, ai quali si è presentato accompagnato dalla madre e dal padre.

Mosè Broggi, 27 anni di Solbiate, questa mattina sarà interrogato in carcere dal giudice delle indagini preliminari. La Procura di Como (pubblico ministero Maria Vittoria Isella) ha chiesto la convalida dell’arresto operato dai carabinieri e, contestualmente, la custodia cautelare al Bassone con l’accusa di omicidio stradale pluriaggravato dalla fuga, subito dopo l’investimento, e dal tasso alcolico riscontrato dai test, risultato pari al triplo rispetto al consentito (1,51 e 1,55 milligrammi per litro di sangue, contro un massimo di 0.5).

Broggi ha ammesso che era lui alla guida della Ford Fiesta che, domenica alle 18.30 in via Roma, ha travolto e ucciso Akhtar Parvez, 65 anni, origini pakistane. L’uomo stava attraversando sulle strisce pedonali per tornare a casa (abitava poco lontano dal luogo della tragedia) quando è stato travolto dall’auto guidata dal ragazzo di Solbiate. Il quale non avrebbe neppure tentato la frenata: non avrebbe infatti proprio visto quell’uomo che stava attraversando.

Ma anziché fermarsi e chiamare i soccorsi, Mosè Broggi ha proseguito la corsa ed è arrivato fino a casa, mentre via Roma si riempiva di soccorritori della Croce Rossa e delle auto dei carabinieri. Giunto a casa il ragazzo ha raccontato l’accaduto ai suoi genitori, i quali lo hanno convinto a salire in auto con loro per tornare a Olgiate e presentarsi in caserma. (Paolo Moretti)

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