Ospedale, l’ultima sul caso del bar
«Si sono dimenticati pure il bagno»

Gravi carenze nella documentazione presentata al Suap di Olgiate Comasco

«Se arrivano con la documentazione completa, l’autorizzazione per il bar dell’ospedale è immediata. Ma il punto è proprio la completezza della pratica: da agosto ho dovuto richiamarli diverse volte per gravi carenze. Anche sotto il profilo igienico-sanitario. Mancava persino il bagno per i dipendenti, che negli esercizi pubblici è obbligatorio».

Emergono nuovi sconcertanti dettagli nell’incredibile vicenda della gestione della pratica per l’apertura del bar al Sant’Anna. È Massimiliano Travagliati, responsabile del Suap di Olgiate Comasco (lo sportello unico per le attività produttive, che gestisce anche le istanze provenienti da San Fermo) a precisare i tempi e le modalità dell’ultimo atto burocratico necessario per aprire il bar: «Tempi certi nella pubblica amministrazione non ce ne sono, diciamo che tutto dipende dalla capacità dei tecnici di ottemperare a tutte le prescrizioni, cosa che finora non è avvenuta: nel momento in cui sarà tutto in regola, l’avvio è pressoché immediato».

Intanto si attende il via libera dei vigili del fuoco per il certificato prevenzione incendi: la pratica, dopo diversi ritardi da parte dello studio di consulenza che la sta gestendo, verrà esaminata martedì prossimo dal comando regionale dei Vigili del Fuoco a Milano, che nel giro di qualche giorno dovrebbe licenziare l’incartamento.

A quel punto la competenza passerà allo sportello di Olgiate: ma i tempi di quest’ultimo passaggio burocratico, appunto, dipendono dalla completezza delle carte.

Cosa manca, a parte il certificato antincendio e il bagno che, nel frattempo, dovrebbe essere stato realizzato? «Manca il certificato di agibilità - spiega ancora Travagliati - che però per le attività produttive è un’autocertificazione, alla quale possono eventualmente seguire verifiche in un secondo momento da parte dall’ufficio. Quindi in teoria non c’è motivo che non la presentino. E manca anche il certificato di fine lavori, ma anche in questo caso si tratta di un’autocertificazione».

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