Politici e bonus Covid
Broggi (Pd) si autodenuncia
«Io l’ho fatto, vi dico perché»

Il sindaco di Solbiate con Cagno: «Vivo del mio lavoro e, dopo l’ultima fattura del 26 febbraio, a marzo, aprile e maggio ho fatturato zero con la mia partita Iva»

Il sindaco Federico Broggi si “autodenuncia”. Il primo cittadino di Solbiate con Cagno, nonché segretario provinciale Pd di Como, ha comunicato personalmente di avere chiesto il contributo di 600 euro previsto per i liberi professionisti e le partite Iva che hanno accusato il calo di fatturato dovuto al lockdown. «Per grande trasparenza non aspetto che qualcuno trafughi notizie, né che l’Inps renda noti i nomi, ma preferisco dire subito che, pur essendo sindaco di un piccolo Comune, ho chiesto il bonus da 600 euro come libero professionista – spiega - E non l’ho fatto per rubare qualcosa, ma per un semplice e chiaro motivo. Vivo del mio lavoro e, dopo l’ultima fattura del 26 febbraio, a marzo, aprile e maggio ho fatturato zero con la mia partita Iva. Nonostante il non fatturato di tre mesi, tra luglio e ottobre ho giustamente versato e verserò quasi 3.000 euro di contributi e tasse». Broggi lavora come consulente, con partita Iva, nel settore della ricerca e selezione del personale. Come sindaco di un Comune di circa 4.600 abitanti riscuote una indennità mensile netta di 1.200 euro (a inizio mandato la giunta aveva scelto di ridursi gli emolumenti del 10%). Non ci sta a essere annoverato tra i “furbetti” del bonus e a finire nel calderone dei politici nababbi. «Non è corretto equiparare sindaci, assessori e consiglieri comunali con parlamentari e consiglieri regionali - rimarca Broggi – Da noi gli assessori percepiscono quando va bene 500 euro lordi al mese e i consiglieri 100 euro all’anno. Non possono vivere di politica, al contrario di parlamentari e consiglieri regionali. Grida vendetta al cielo che cinque parlamentari, che hanno una lauta entrata garantita, abbiano chiesto il bonus. Dovrebbero avere almeno la decenza di dirlo».n 
m. cle.

© RIPRODUZIONE RISERVATA