Scuole primarie, stangata per la mensa: il pasto giornaliero aumenta di 1,70 euro

Istruzione Rincari già da lunedì: il buono passa da 4,30 a 6 euro. E a settembre tocca agli asili. L’assessore Vercellini: «Un disagio per le famiglie, ma costi allineati al resto della provincia»

Mense scolastiche più care.

Nelle tre scuole primarie cittadine, il buono pasto passa da 4,30 a 6 euro; la nuova tariffa sarà applicata dalla settimana entrante. Alle scuole dell’infanzia di via Repubblica e viale Pio Roncoroni aumenterà, a decorrere dal prossimo 1° settembre, da 5 a 6,20 euro per i residenti e da 5,80 a 7,50 euro per i non residenti. Rincari significativi che peseranno sui budget familiari, già messi a dura prova dal caro bollette e dall’inflazione galoppante.

Aggiornamento

«Il servizio mensa nei tre plessi delle scuole primarie è assicurato tramite appalto esterno – spiega il vicesindaco e assessore all’Istruzione Paola Vercellini – Causa Covid siamo riusciti a prorogare l’appalto sino a fine 2022, ma non potevamo andare oltre. Con il nuovo appalto sono state modificate le tariffe precedenti, che erano del tutto anacronistiche rispetto agli ultimi aumenti. Nessuna delle ditte partecipanti alla gara ha offerto la tariffa che era in vigore. La società che si è aggiudicata l’appalto ha proposto un costo pasto di 5,69 euro al Comune. Si è però deciso di fissare a 6 euro il buono pasto, già comprensivo dell’aggiornamento Istat di cui per legge la ditta vincitrice ha diritto dal 1° gennaio 2024 attualmente stimabile nel 10%, così da non adeguarlo il prossimo anno».

Il possibile bonus “bio”

Le nuove tariffe ora sono allineate a quelle già da tempo in vigore negli altri Comuni, ma l’aumento è oggettivamente significativo. «È un disagio per le famiglie, ma è anche vero che le nuove tariffe sono in linea con le scuole di tutta la provincia – osserva Vercellini - Il Comune potrà concorrere dal prossimo anno scolastico al bonus mense bio, con contributi variabili anno su anno. Ciò consentirà di ridurre il costo dei buoni, operazione possibile solo dopo che tali contributi verranno ottenuti e quantificati con precisione. Alcune scuole, ad esempio, ricevuti i suddetti bonus, non fanno pagare il servizio alle famiglie per due o tre settimane».

Rincari anche alle due scuole dell’infanzia, dove il servizio mensa è gestito direttamente dal Comune.

Sull’adeguamento delle tariffe, che erano ferme dal 2018, ha pesato il sensibile rialzo dei costi sostenuti dall’Ente locale per l’attuale situazione di alta inflazione. «Sul versante spesa le voci più significative di previsione sono il personale comunale addetto alle cucine per 206mila euro, comprensivo anche dei recenti incrementi dovuti al rinnovo contrattuale 2022), derrate alimentari e generi di pulizia per 75mila euro, utenze (gas, elettricità) per 12mila euro per un totale di 293mila euro. Spese che comportano un costo effettivo a pasto di 7,77 euro. Senza alcun adeguamento, il Comune dovrebbe intervenire con proprie risorse per circa 110mila euro, rispetto ai consueti 50-70mila euro annui pre-Covid. Nell’anno scolastico in corso abbiamo già ampiamente superato la cifra “storica” che ripianavamo. È stato necessario deliberare un aumento delle tariffe, che è comunque calmierato. È un adeguamento che non copre completamente le spese, ma consente di riportare a carico del bilancio comunale il disavanzo presunto di 70mila euro».

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