Sindaci e sindacati alla Svizzera
«Riaprite il valico di Bizzarone»

Azione congiunta di venti primi cittadini e forze sindacali dopo l’improvvisa e unilaterale chiusura della dogana

Venti sindaci e i sindacati chedono alla Svizzera di riaprire il valico di Bizzarone chiuso al transito da lunedì sera.«Noi sindaci delle zone di confine e Cigl-Cisl-Uil di Como viviamo con estrema apprensione, questa emergenza sanitaria. Lo stato in cui si trovano a dover lavorare in questi giorni tantissimi nostri cittadini frontalieri, che ci stanno contattando preoccupati per la loro salute alla luce delle misure attuate finora dal Canton Ticino ci costringe a prendere una posizione».

«Già molti valichi doganali minori erano stati chiusi con il risultato di creare code chilometriche - prosegue il documento - ma ora la decisione unilaterale della Svizzera di chiudere il valico di Bizzarone lascia tutti noi sgomenti per i riflessi negativi che sta avendo su tanti frontalieri impegnati a garantire la continuità dei servizi in Ticino. Pensiamo in prima battuta ai tanti medici e infermieri italiani impegnati a dare senza sosta assistenza sanitaria ai cittadini svizzeri, pensiamo a tutti quei lavoratori impegnati a garantire l’apertura, il funzionamento e la sicurezza delle tante aziende produttive ancora oggi funzionanti.

«Chiediamo inoltre - proseguano sindaci e sindacati - che la Svizzera valuti concretamente la sospensione di ogni attività produttiva, ad esclusione di quelle necessarie all’erogazione dei servizi essenziali alla popolazione. I frontalieri e gli italiani sono la spina dorsale del Ticino e non possiamo accettare siano trattati in questo modo. Chiediamo alla Svizzera di riaprire il valico di Bizzarone e di consentire ai nostri concittadini di potersi recare al lavoro in sicurezza e senza dover subire ogni giorno decisioni di questo tipo».

«Esprimiamo loro la nostra vicinanza e il nostro sostegno - si conclude il comunicato - garantendo il massimo impegno in tutte le sedi istituzionali per risolvere questo ennesimo problema che rende sempre più difficile svolgere in modo sereno la loro attività lavorativa. Chiediamo inoltre che il Governo, Regione Lombardia e ANCI si attivino fin d’ora per risolvere questa situazione e scongiurare altre iniziative unilaterali del Governo svizzero.

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