Un lungo applauso per la dottoressa morta a soli 36 anni: «È il nostro grazie»

Il funerale In tanti per l’addio a Maria Angela Cattoni. «Con la sua vita ci ricorda del tanto bene fatto. Ha lasciato un’impronta indelebile in chi l’ha conosciuta»

Un lungo applauso per l’addio alla dottoressa Maria Angela Cattoni, vinta a 36 anni da un linfoma contro cui combatteva da cinque anni. Un gesto di affetto e gratitudine che ha unito in un ideale abbraccio familiari, parenti, amici, colleghi e conoscenti che ieri mattina hanno affollato la chiesa parrocchiale per le esequie.

Messa funebre concelebrata dal prevosto don Flavio Crosta, con don Gerardo Bernasconi (parroco di Gironico), don Sergio Bianchi (parroco di Parè e Drezzo) e don Flavio Riva (parroco di Lurate Caccivio), mentre il collaboratore parrocchiale, don Alberto Dolcini, ha guidato i canti durante la funzione.

La commozione

Chiesa gremita. La comunità si è stretta attorno ai genitori, Fausto e Delfina, ai familiari, ai colleghi e ai tanti amici intervenuti numerosi per dare l’ultimo saluto a una giovane donna straordinaria nella sua semplicità. Lo hanno sottolineato alcuni familiari, intervenuti per ricordarla e renderle onore, e anche il prevosto don Flavio Crosta che, al termine della messa funebre, ha detto: «Maria Angela ha lasciato un’impronta nei suoi familiari, nei tanti amici, nei preti, nei colleghi di lavoro che hanno avuto l’onore di conoscerla. Non è abitudine fare questa cosa, ma credo sia il momento giusto per dire un grazie. E lo facciamo con un applauso».

Invito immediatamente raccolto dall’assemblea che si è sciolta in un lungo e commosso applauso corale all’indirizzo del feretro bianco, sul quale era adagiata la felpa da medico con impresso il nome dottoressa Cattoni, accanto alla sua fotografia. Il volto acceso da un dolce sorriso, emblematico della sua gentilezza. Sorriso spento troppo presto, dopo una lunga lotta contro la malattia affrontata con forza, coraggio e dedicandosi fino all’ultimo alla sua missione di medico chirurgo, al fianco dei suoi pazienti e al servizio della ricerca scientifica cui, nonostante la giovane età, aveva già dato un notevole contributo in termini di pubblicazioni e studi.

«L’amore per gli altri»

«La vita pone tra le nostre mani domande che interpellano la nostra mente e il nostro cuore – ha detto nell’omelia don Flavio – Questo momento ci interroga. “Signore se tu fossi stato qui”. È la domanda di Marta, è la nostra domanda in certe situazioni di fatica, di sofferenza, di malattia, di morte: “perché non intervieni Signore, perché in certi giorni sembri così assente?” Domande che ci pongono di fronte alla verità della vita, ciò che veramente è, nella sua essenza, nella sua bellezza e nella sua grandezza. Domande che ci invitano a tornare nel profondo del nostro cuore e chiederci che cosa cerchiamo nella vita, cosa desideriamo, cosa dà senso e colore alle giornate».

«Ciò che rende grande e bella una vita è amare ed essere amati. Penso all’amore che avete regalato a Maria Angela, segno dell’amore di Dio Padre che non ti abbandona mai. Maria Angela si presenta al Signore con le mani piene di fatica e di bontà, mani piene di tempo donato e regalato. Maria Angela ci ricorda che il bene fatto bene è quello che rimane qui sulla terra ed è l’unica cosa che portiamo in cielo».

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