Va alla festa del paese con il figlio
Litiga e uccide ragazzo di 25 anni

Arrestato uomo di Bregnano. Insulti e botte per uno spruzzo d’acqua, poi le coltellate. La moglie dell’omicida chiama i carabinieri disperata: «Mio marito ha fatto una sciocchezza»

Hans aveva sete. Gabriele voleva far andare in bici suo figlio. I loro destini si sono scontrati sui gradoni degli spogliatoi di un campo sportivo della Bassa Comasca, in una calda sera di primavera. È bastato meno di un minuto: Hans è morto. Gabriele rischia di trascorrere il resto della vita in un carcere.

Sullo sfondo di una tragedia talmente folle da risultare incredibile, il chiacchiericcio festoso di una sagra di paese che è ormai tradizione: il Giugno Venianese. È a margine della festa che, nelle tarda serata di domenica, il parco comunale si è trasformato nel teatro di un omicidio. A perdere la vita, colpito con due coltellate, Hans Junior Krupe, 25 anni di Veniano, padre di origini olandesi, madre spagnola, ma lui nato e cresciuto in provincia di Como. A ucciderlo Gabriele Luraschi, 47 anni, insospettabile operaio di Fenegrò.

Sono le 22.15 quando Hans decide di andare alla fontanella all’esterno degli spogliatoi del campo sportivo comunale. La festa è sul lato opposto dell’edificio. Sul retro poche persone. Tra di loro Gabriele Luraschi in compagnia del figlio. Si era allontanato dalla moglie e dall’altra figlia per consentire al bambino di poter girare tranquillo in bicicletta.

Lui è seduto sui gradoni che conducono agli spogliatoi, proprio accanto alla fontanella dove Hans ha acceso l’acqua per dissetarsi. Secondo quanto hanno ricostruito i carabinieri sono stati proprio gli spruzzi della fontanella l’assurdo movente del delitto. Luraschi, dopo che per un paio di volte è stato raggiunto dagli schizzi, avrebbe apostrofato Krupe: «Smettila, tieniti l’acqua per te». In risposta il ragazzo avrebbe reagito con un «fatti i c... tuoi».

È bastato questo a trasformare una serata di risate in una notte di lacrime, dolore e manette.

Nella colluttazione sono caduti sui gradoni. A questo punto Gabriele Luraschi, che in tasca aveva un coltello a serramanico (29 centimetri, di cui 9 di lama) ha estratto l’arma. L’ha aperta. Ha sferrato un paio di colpi che hanno raggiunto - di taglio - la gamba del ragazzo. Poi altri due fendenti: il primo al braccio destro, il secondo sul fianco, verso la schiena, fatale. Il tutto davanti al figlio terrorizzato.

Hans a questo punto ha cercato di allontanarsi. Ma ha fatto meno di cinque metri, prima di crollare a terra. Luraschi, invece, ha preso il figlio, è corso nella zona della festa per raggiungere il resto della famiglia ed è andato a casa. Ma la moglie ha subito capito che era successo qualcosa di grave. Il sangue, il coltello, il volto preoccupato del marito.

Una volta a Fenegrò, a casa, la donna si è fatta raccontare cos’era accaduto.

Quindi ha chiamato lei stessa i carabinieri - che, nel frattempo, sapevano già chi dover andare a prelevare - per togliere ogni dubbio ai loro sospetti: «Mio marito ha fatto una sciocchezza».

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