Coronavirus, Fontana:
rallenta troppo adagio

l presidente della Regione Lombardia: «Io ero convinto che la curva dei contagi scendesse più velocemente, ma mi auguro che sia una questione di giorni»

«Aspetteremo quello che ci dicono i nostri esperti, i virologi e gli epidemiologi per capire l’andamento di questa curva che sta rallentando ma molto molto adagio. Io ero convinto che rallentasse più velocemente, ma mi auguro che sia una questione di giorni». Lo ha detto il governatore lombardo Attilio Fontana a Centocittà su Rai Radio 1 nella mattinata di lunedì 13 aprile, rispondendo alla domanda se la Lombardia a maggio sarà in grado di partire con la «fase 2» dell’emergenza , alla luce del numero di contagi da Covid 19 ancora alto nella regione . «Mi auguro che presto si vedano ancora di più gli effetti benefici di questa chiusura perché probabilmente stiamo ancora vedendo le cose del periodo in cui eravamo semichiusi» ha detto Fontana. «Abbiamo fatto un periodo di discesa moderata - ha aggiunto - io sono convinto che presto inizierà una discesa più intensa, violenta e verticale e si interromperà il contagio».

«Il virus è stato particolarmente violento in Lombardia perché molto probabilmente stava circolando nel nostro territorio già da parecchi giorni (prima della scoperta del primo caso, ndr), come dicono gli esperti. Se no non si spiegherebbe una ondata di una violenza inaudita che non ha potuto in nessun modo essere controllata», ha aggiunto.

«Noi abbiamo cercato di essere più rigorosi possibile, abbiamo chiesto di poter tenere chiuso il maggior numero di negozi» ha proseguito il governatore lombardo parlando poi dell’ordinanza regionale firmata sabato 11 aprile che permette la riapertura dei negozi per la vendita di articoli per neonati e bambini ma non quella di librerie e cartolerie. «Purtroppo fa parte delle nostre abitudini, quando si entra in libreria, prendere in mano tanti libri, toccarli, aprirli, sfogliarli e poi magari rimetterli al loro posto, e questo può essere sicuramente un motivo di contagio notevole» ha detto Fontana motivando il no alla riapertura. Sui negozi per bambini, invece «abbiamo fatto una valutazione che ci è arrivata da un gruppo di mamme che stanno per partorire che ci hanno detto “non siamo in grado di acquistare i beni di prima necessità per i nascituri”» ma «si tratta di un numero di persone molto limitato», ha concluso.

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