Covid, tragedia in famiglia a Mariano
Muore il giorno del funerale della madre

Maurizio Bonacina, 61 anni, è spirato all’ospedale Sant’Anna 72 ore dopo mamma Cleofe. L’omaggio della band de “I Fracassoni”, di cui era frontman dalla fondazione, vent’anni fa

L’ultimo respiro nel giorno del funerale della mamma. È la tragedia che ha colpito la famiglia Bonacina che mercoledì ha salutato Cleofe Erba mentre il figlio Maurizio, 61 anni, perdeva la sua battaglia contro il coronavirus all’ospedale Sant’Anna” di Como.

Se ne sono andati a distanza di tre giorni l’uno dall’altra, lei vinta dalle complicanze delle sue patologie, lui dall’infezione virale, portando a 46 il conteggio delle vittime della pandemia a Mariano.

L’annuncio

Ad annunciarlo è la moglie Margherita con la figlia Francesca: l’ultimo saluto alle 14,30 di domani nella chiesa del Sacro Cuore in via Sant’Ambrogio.

«Non può essere morto, non lui che ha cantato i sogni delle associazioni che mettono al primo posto gli ultimi così come i nostri» lo ricorda Raffaele Terruzzi, il manager de “I Fracassoni”, la storica band locale di cui Maurizio era il front-man da vent’anni, dalla fondazione fino a ieri.

Figlio del maestro Carlo che ha portato la musica nelle manifestazioni del territorio, guidando il “Corpo musicale Città di Mariano Comense”, Maurizio aveva ereditato da lui l’interesse per le sette note, coltivando la passione per il saxofono accanto al lavoro di affilatore di lame.

«Era un bravissimo cantante proprio perché conosceva la musica, le sue pause e i suoi ritmi - aggiunge l’amico e compagno di band che ricorda - L’ultimo concerto lo ha tenuto al matrimonio di mia figlia lo scorso 10 ottobre».

A sostenere i parenti come gli amici nel momento dell’addio a Maurizio sono le immagini dei momenti passati insieme.

«Siamo andati Nelle Marche, a Muccia, Macerata, Tolentino e, ancora, ci siamo esibiti molte volte in Versilia così come nelle realtà della provincia di Como da cui oggi arrivano messaggi di vicinanza. Perché era sempre disponibile, quando prendevo un concerto era il primo a rispondere presente, il primo ad arrivare sul posto e spendersi gratuitamente per le realtà per cui suonavamo».

Gli ha tolto il respiro

La malattia lo ha colpito nel punto che rappresentava la sua forza: il fiato.

«Da ormai dieci anni a questa parte, lo presentavo come “L’uomo dei 30 polmoni” perché capace di cantare anche 30 canzoni di seguito per poi essere capace di ripartire daccapo. Cantava spesso i Nomadi, i Pooh e, ancora, Battisti così come i New Trolls - dice amaro Terruzzi - . Questa malattia l’ha colpito proprio ai polmoni: sapevamo che andava sempre un po’ peggio, ma abbiamo sempre sperato».

Difficile accettare che non ci sia più un marito, papà e amico presentatosi all’appuntamento con il destino tre giorni dopo la mamma.

La voce di Terruzzi si rompe nel pianto nel sottolineare una triste coincidenza che ha visto madre e figlio andare incontro alla morte l’uno dopo l’altro: «Oggi lo aspetteremo davanti alla casa funeraria Il Cedro».

Alla famiglia Bonacina va la vicinanza della comunità per la perdita di Maurizio a cui esercenti e associazioni, come il Fan club dei Sempre Nomadi, rivolgono i loro pensieri.

Silvia Rigamonti

© RIPRODUZIONE RISERVATA