Fondi del Pnrr: parole e zero progetti
A Como solo poche idee vaghe

In arrivo decine di miliardi dall’Europa per aiutare gli enti locali a superare le crisi Covid - Sul Lario solo ipotesi vaghe, si cita di nuovo il metrò leggero da Grandate e l’elettrificazione della Como-Lecco

La panacea di tutti mali, almeno a stare a sentire i politici nostrani, è il Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza, una sorta di piano Marshall per uscire dalla crisi e dalle secche della pandemia.

Una prima finestra, 2,8 miliardi di euro sul tema della qualità dell’abitare, è già stata aperta con 159 progetti che hanno ottenuto importanti risorse. Solo che Como non ha nemmeno alzato la mano, città e provincia non hanno presentato nemmeno mezzo progetto.

Ora però stanno per presentarsi nuove possibilità su molti altri ambiti, «per oltre 80 miliardi di euro tali da avere ricadute dirette sul territorio» si legge nei documenti ministeriali. È dunque cruciale farsi trovare pronti, avere dei progetti già predisposti nel cassetto da inviare per primi.

Al momento sulla scrivania degli enti locali comaschi c’è poco o niente.

Già prima dell’estate la Provincia ha promesso ai Comuni formazione e risorse professionali per concorrere ai bandi, anche nell’intenzione di unire le forze e fare squadra. Ma per ora non ci sono grandi passi in avanti. Anche se, come dice il sindaco di Como, Mario Landriscina, l’Anci, l’associazione dei Comuni, ha dato disponibilità di esperti e risorse umane per non farsi trovare impreparati.

Intanto tutti gli enti in coro continuano a citare come prioritario il secondo lotto della tangenziale di Como, un’opera rimasta incompiuta che grida vendetta. Ma il completamento di una strada ad alto scorrimento non rientra nei parametri previsti dal Pnrr.

La Provincia di Como punta anche all’area dell’ex San Martino, per costruire un nuovo Setificio, un’idea sulla quale però non c’è grande convergenza e dialogo. La città potrebbe guardare alla Ticosa, il piano di ripresa ha un capitolo dedicato alle aree dismesse e all’ambiente, certo noi siamo ancora alla fase della bonifica. Quanto a Villa Olmo, i soldi aggiuntivi già chiesti al ministero, spiega Palazzo Cernezzi, non fanno parte del Pnrr.

Il sindaco, anche attraverso una lettera indirizzata al governo scritta insieme ad altri primi cittadini, ha chiesto un ammodernamento della rete ferroviaria. In Svizzera i treni corrono veloci, verso Milano invece rallentano. Ma comunque di questo capitolo non sono i Comuni ad occuparsi, la competenza è di Regioni e Stato. Quindi?

«Io ho coinvolto tutti gli assessorati a partire dai Lavori pubblici e dall’Urbanistica – dice Landriscina – Senza scrivere un libro dei sogni, noi in città abbiamo qualche idea. Vorremmo per esempio spingere sulla metropolitana leggera. Un collegamento frequente e veloce da Grandate a Como, con parcheggi per lo scambio con la gomma esterno al centro. Sapendo che a Camerlata dall’inverno sarà pronta la nuova area di sosta per la stazione unica. Questo è solo uno dei punti che potrebbe rientrare nelle linee guida del Pnrr, non è l’unico, ma è un’ipotesi sulla quale aprire una discussione».

Servono però già certezze per raccogliere risorse, carte pronte già bollate. «Ci siamo già espressi proprio in vista del Pnrr - spiega Gloria Bianchi, responsabile del tavolo della competitività provinciale – dando tre priorità: il secondo lotto della Pedemontana, su cui lavoriamo anche se non può essere compreso nel piano nazionale, la regionalizzazione della Navigazione, che ha un suo iter, e l’elettrificazione della linea ferroviaria Como e Lecco, oggi inefficiente e non adatta alle esigenze. Ecco questo terzo progetto, in relazione al Pnrr, direi che è ben incardinato».

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