Gli agricoltori. «A casa nostra
decidiamo noi»

Piantedo La protesta dei trattori con gli allevatori. «L’Europa impone regole assurde e ci penalizza». Visita di Fiocchi e Snider. Oggi nuovo corteo a Forcola

«Lasciateci lavorare, lasciateci comandare a casa nostra e decidere noi per la nostra vita e per il nostro lavoro. Così che se uno non riesce nella propria attività agricola, è perché non è capace, non perché l’Europa gli impone il rispetto di regole assurde e impensabili. E, su tutto, chiediamo che sia dato il giusto valore al nostro lavoro.

Magari togliendo anche tutto questo assistenzialismo che c’è, ma pagandoci il giusto per quello che produciamo».

Con i colleghi della Padania

A dirlo è Marco Digonzelli, agricoltore, di Colico, che, col suo trattore, è presente da mercoledì mattina al presidio inscenato a Piantedo, all’imbocco della Valtellina, da un folto gruppo di agricoltori e allevatori della Media e Bassa Valtellina, dell’Alto Lario e della Valchiavenna, riunitisi spontaneamente sulla scia delle rivendicazioni messe nero su bianco dal Coordinamento nazionale riscatto agricolo della Lombardia.

«Ci siamo sentiti con i colleghi della Padania e siamo uno dei cinque presidi attivi, in questi giorni, in Lombardia - assicura Digonzelli, portavoce dei numerosi colleghi convenuti a Piantedo -. Siamo in tanti, più di quanti mi aspettassi all’inizio anche se ci speravo, ci speravamo in una buona affluenza. Giovedì eravamo in 45, oggi (ieri, ndr), ancora in ottimo numero con alcuni colleghi scesi anche dalla Valchiavenna».

Ieri mattina, infatti, scortati dalle forze dell’ordine, sono scesi a Piantedo anche cinque agricoltori e allevatori di Samolaco, con altrettanti trattori al seguito, e, al loro passaggio, i compaesani si sono subito affacciati sulla strada ad applaudirli. Neppure i rallentamenti inevitabilmente prodottisi hanno spazientito le auto in transito, come se le ragioni di questa protesta fossero comprese e sposate da buona parte dei convalligiani. Oggi nuova protesta-

«Alle 9.30 partiremo in corteo dal presidio di Piantedo per raggiungere La Brace di Forcola - dice Digonzelli - e lì arriveranno anche alcuni agricoltori partiti da Bianzone. Avremmo voluto arrivare fino a Sondrio, ma non ci è stato concesso, comunque, va bene così. Una volta a Forcola ci fermeremo per una breve sosta, poi torneremo indietro fino al presidio di Piantedo».

Dove ormai gli agricoltori hanno fatto punto fisso, piazzando anche una tavolata sulla quale, ieri a mezzogiorno, è comparsa anche dell’ottima polenta fumante preparata da un alpino della zona solidale. Non l’unico perché sono in tanti a dare di clacson in segno di vicinanza agli agricoltori, mentre transitano sulla provinciale numero 38, proprio adiacente al presidio, e ieri mattina hanno fatto perno sul medesimo anche il parlamentare europeo del Gruppo conservatori e riformisti, Pietro Fiocchi, di Lecco, in forza a Fratelli d’Italia, e la consigliera regionale in quota Lega, Silvana Snider.

Decisi a continuare

Entrambi hanno fatto visita ai manifestanti, hanno ascoltato le loro recriminazioni, molto ben delineate nel decalogo predisposto dal Coordinamento nazionale cui fanno riferimento e che, ricordiamolo, è apartitico e asindacale. Oltre che ispirato al rispetto della legalità che, ai manifestanti, in questi lunghi giorni di presidio non ha mai fatto difetto. Forse anche per questo, la protesta, arriva.

Perché è un grido silenzioso, che si protrae nel tempo, per giorni, e che vuole arrivare da un capo all’altro della provincia. L’intenzione sarebbe anche quella di risalire la Valchiavenna con i trattori, nella giornata di domani, domenica, ma non è detto che giunga la necessaria autorizzazione anche perché sono, questi, fine settimana interessati da un buon afflusso di turisti e sciatori».

Costante il presidio di Polizia e Carabinieri, anche se, assicurano non esserci stati, per ora, problemi di sorta.

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