Gravedona, cervo in gabbia liberato
Era nella trappola anti cinghiali
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Il tempestivo intervento della polizia provinciale ha permesso di salvare l’esemplare attirato dal mais

«Un caso unico e sin qui senza precedenti, che si è concluso con un lieto fine».

È il comandante della polizia provinciale, Marco Testa, a raccontare i dettagli di un episodio destinato a passare alla storia nell’ambito dei delicati equilibri tra fauna selvatica e territorio, in un momento peraltro delicato in cui - per motivi diversi - cervi e cinghiali rappresentano emergenze con cui convivere in più parti della provincia.

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Nessuna ferita

I fatti. Un cervo subadulto (3 anni) da un quintale è rimasto intrappolato nella gabbia adibita alla cattura dei cinghiali. Non un semplice incontro casuale quello tra cervo e gabbia, piazzata due anni fa in località Segna per contrastare “sul campo” la presenza massiccia di cinghiali, bensì un’autentica sfida a due, che alla fine ha visto il cervo perdente, ma alla fine liberato.

Il cervo, probabilmente attirato dall’esca alimentare (mais in particolare), si è infilato nella gabbia, sfoderando - ci sia concessa la licenza poetica - il classico “passo del leopardo”.

Evidentemente i palchi (quelle che impropriamente vengono definite corna) sono rimasti impigliati nelle maglie della gabbia, impedendo al cervo di tornare sui propri passi.

Vedendo l’uscita in corrispondenza dell’altra estremità della gabbia, il cervo ha pensato bene di proseguire la propria marcia per (ri)guadagnare l’uscita.

Senza precedenti

Le due chiusure “a blocco” sono però scattate come avviene in tutto e per tutto con i cinghiali, bloccando un quintale di ungulato dentro la gabbia. Il cervo, incolume, è stato liberato dalla polizia provinciale.

Caso senza precedenti, l’ha definito Marco Testa. «Alla base di questo episodio, che ha dell’incredibile, ci possono essere svariati motivi. In cima metterei l’assuefazione dei cervi ai contesti antropici (la gabbia era lì da due anni, dunque era diventata una presenza abituale per l’ungulato) nonché l’attrattiva dell’esca alimentare. A questi due fattori vanno aggiunti la ricerca di cibo e l’elevata densità della popolazione. Un episodio che si è concluso con un lieto fine, grazie anche al pronto intervento degli agenti. Questo intervento è la conferma che il territorio è presidiato con costanza».

Concetto ribadito ieri nella tradizionale conferenza stampa di fine a Villa Saporiti anche dal presidente provinciale (e sindaco di Gravedona ed Uniti), Fiorenzo Bongiasca.

In questi giorni la polizia provinciale ha effettuato una dozzina di interventi sugli ungulati.

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