Nessuno vuole fare il dottore a Mariano
Posto da medico di base, zero candidati

È andato deserto il bando per garantire l’assistenza a circa 1200 pazienti rimasti scoperti. Ats ricorrerà ancora una volta al rialzo del massimale per i professionisti presenti sul territorio

Nessuno vuole fare il medico di base a Mariano. Almeno questo è il dato che emerge dal bando aperto da Ats che ha raccolto zero candidature per il posto da professionista a cui affidare l’incarico provvisorio per garantire l’assistenza a circa 1200 assistiti rimasti senza dottore dal primo gennaio. Così per tamponare la carenza di camici bianchi, l’agenzia ricorrerà ancora una volta al rialzo del massimale per i medici già presenti sul territorio per permettere loro di prendere in carico più pazienti rispetto al massimo consentito.

Pensionati non sostituiti

L’emergenza entra così nel territorio che assiste all’emorragia di medici, legata ai pensionamenti, non più compensati dai nuovi ingressi. Perché sono quattro i dottori che hanno lasciato il ruolo lo scorso anno, tamponati dall’ingresso di un solo nuovo titolare, portando a 12 i professionisti attivi in città. Troppo pochi per riuscire ad assorbire tutti i pazienti così Ats ha aperto un bando per cercare un nuovo professionista.

«Al momento, non sono pervenute candidature per l’incarico provvisorio nell’ambito di Mariano» ha spiegato l’agenzia in una nota stampa.

La strada alternativa che percorrerà l’agenzia è già tracciata. «È appena pervenuta, invece, la disponibilità di un ulteriore medico di medicina generale presente nell’ambito, che alzerà il massimale a 1.750 assistiti». Così Ats proverà a ricomporre la frattura con i cittadini, prendendo degli accordi con i singoli professionisti per lavorare in deroga, come già fanno Maria Rosa Giovinazzo, Riccardo Bizzozero e, ancora, Giovanni Fiore che, a inizio del mese, hanno dato disponibilità ad accogliere nuovi utenti oltre il loro massimale per garantire un servizio sempre più richiesto in un periodo di pandemia. Una soluzione che rischia di non poter durare nel tempo vista l’età anagrafica di alcuni dei professionisti. Così dai residenti arrivano delle controproposte, come richiamare a lavoro uno dei camici bianchi andati in pensione almeno per tamponare l’emergenza nel presente o collaborare con l’Ats di Monza.

Anche perché molti residenti, nell’attesa di sapere se la richiesta del medico da loro scelto tra i disponibili sia andata a buon fine, hanno già usufruito del servizio per ricette ed esami. Ma qualora il medico scelto non venisse confermato come loro dottore di famiglia, dovranno pagare la visita come privato.

Alberti: «priorità al territorio»

«Mi viene da dire che l’esito del bando è un po’ disarmante» interviene il sindaco Giovanni Alberti. «Forse va incentivato il ruolo anche se rivestire l’incarico di medico di base è impegnativo, soprattutto, in questo momento storico che stiamo vivendo» ha aggiunto il primo cittadino ricordando come ogni difficoltà sia esacerbata dalla pandemia. «Dobbiamo guardare alla riforma sanitaria per fare in modo diverso la medicina del territorio che deve essere una priorità. E deve essere quanto più possibile in sinergia visto che questi sono i numeri» ha proseguito Alberti vedendo nelle case e gli ospedali di comunità la strada da percorrere.

Silvia Rigamonti

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