«No alle proibizioni per legge, ma servono forti garanzie»

Intervista Marco Annoni è coordinatore del comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi

No alle proibizioni ma gestione della delicatissima materia della “gravidanza per altri” con una serie di garanzie rigorose. È la posizione del Comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi, di cui parla il coordinatore Marco Annoni.

Dottor Annoni, partiamo dalla questione delle trascrizioni dei figli di coppie omogenitoriali...

Il mio parere personale è che è un errore interrompere la trascrizione perché questo toglie tutele e diritti a delle persone senza aggiungerne a nessun altro.

Il dibattito ha poi investito il tema della maternità surrogata, il comitato etico che lei presiede che posizione assume?

Nel 2016 il comitato etico di Fondazione Veronesi ha pubblicato un parere, uno dei primi in Italia, in cui si è espressa sostanzialmente a favore. Quella che io preferisco chiamare “gestazione per altri” si distingue in due tipologie. Una è quella solidale, che viene cioè portata avanti per aiutare donne che non possono farlo per motivi di salute, e non si capisce perché lo Stato dovrebbe proibirlo o peggio bollarlo come crimine universale. La seconda modalità è quella in cui la maternità viene in qualche misura remunerata, magari con dei rimborsi, e anche in questa fattispecie il nostro parere è che un divieto assoluto sia sbagliato. Bisogna valutare caso per caso, e nel caso in cui esistano protezioni sufficientemente robuste, si debba riconoscere l’autodeterminazione delle donne sul proprio corpo. Fatte salve alcune garanzie, siamo pertanto contrari alle proibizioni e a considerare tutti i tipi di gestazione per altri come intrinsecamente sbagliati.

Tuttavia molte femministe non identificano la liberta della donna con la libertà di procreare per altri…

Comprendiamo alcune delle preoccupazioni, come in tutti i campi ci sono casi di abuso ma questo non significa che non ce ne siano altri in cui le persone possano scegliere liberamente. In molti casi le persone che fanno queste scelte sono più benestanti delle persone che intraprendono il percorso di genitorialità. Esistono centinaia se non migliaia di testimonianze, non si tratta di fare una discussione astratta o ideologica ma di vedere nei fatti quello che avviene in tantissimi paesi in cui questo è perfettamente regolato e dove i casi di abuso sono le eccezioni. I dati ci dicono che in moltissimi casi non ci sono casi di sfruttamento, e che non ci sono conseguenze negative per il benessere psicofisico di queste donne, delle coppie e nemmeno dei bambini.

Ha parlato di garanzie, di cosa si tratta?

Abbiamo individuato garanzie molto robuste ed essenziali, senza le quali anche noi valutiamo che sia più rischioso che altro intraprendere un percorso di gestazione per altri o permetterlo. Queste garanzie vanno dal counseling prima e dopo, sia per la coppia sia per la madre surrogata, la verifica della libertà e dell’autodeterminazione di queste persone, quindi il fatto che non arrivino da contesti socialmente fragili o vulnerabili, non abbiamo bisogno o siano costrette a intraprendere questo tipo di pratiche, il fatto che la madre surrogata abbia già dei figli propri e poi una cosa molto importante, cioè che l’ovocita non sia quello della madre surrogata, non ci sia quindi un legame biologico tra la madre surrogata e il nascituro. E poi naturalmente tutto un sistema di supervisione delle cliniche e una normativa compiuta ed esplicita.

Perché i limiti sull’origine dell’ovocita?

Per prevenire un legame biologico con il nascituro, questo abbassa molto il rischio che ci sia un ripensamento. Naturalmente l’autonomia della persona deve essere rispettata, e questo implica di rispettare anche eventuali cambi di opinione. L’obbiettivo è avere più garanzie che la relazione sia quella che si era pensata all’inizio, quella di una madre che porta avanti una gestazione per altri.

Qual è il vostro auspicio dal punto di vista normativo?

Auspichiamo due cose: prima di tutto un dibattito migliore di quello presente , che non sia schiacciato su posizioni ideologiche e caricaturali , il tema della gravidanza per altri è eticamente e giuridicamente molto complesso, vi sono diversi casi che vanno considerati, si può essere in disaccordo su uno ma d’accordo su un altro.

Poi chiediamo una legislazione che permetta finalmente di chiarire i diritti di tutti, non solo a favore di una migliore autonomia riproduttiva di chi vuole coronare il proprio sogno di genitorialità, ma anche a protezione dei nascituri.

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