Rinvio sulle zone rosse
Si attendono altri dati

La cabina di regia deciderà probabilmente venerdì sull’inasprimento delle misure per limitare il contagio da Covid

La nuova stretta, dopo la riunione di mercoledì pomeriggio il Governo dovrà valutare in che misura accogliere le indicazioni del Cts.

Si attendono nuovi dati, prima di prendere decisioni sull’inasprimento delle misure per limitare il contagio da Covid. È quanto emerge al termine della riunione tenutasi nel pomeriggio del 10 marzo a Palazzo Chigi nella quale sarebbero state fatte valutazioni di scenario, preso atto dell’inasprimento dei contagi e delle proposte del Cts. La riunione è durata poco più di un’ora e mezza. Potrebbe servirne un’altra nei prossimi giorni per assumere le decisioni.

Nelle scorse ore si era parlato di una nuova stretta delle misure, già a partire dal prossimo weekend, per frenare la diffusione del virus sospinta dalle varianti: zone rosse più rigide, modello Codogno, movimenti limitati anche in zona gialla, chiusure nei fine settimana, come avvenuto durante le vacanze di Natale. E, allo stesso tempo, estensione della campagna vaccinale a più soggetti possibili e nei tempi più brevi. Questa la posizione che gli esperti del Comitato tecnico scientifico - riunitosi martedì 9 marzo - hanno consegnato al Governo, che dovrà a stretto giro - probabilmente già nelle prossime ore - valutare in che misura accogliere le indicazioni. Esclusa per ora l’ipotesi di un lockdown generalizzato. Mentre nelle ultime 24 ore si registra il picco dei ricoveri in terapia intensiva: 278, mai così tanti da quando viene diffuso il dato, dal 3 dicembre scorso. E salgono anche le vittime: 376, 58 in più di lunedì.

Come era da attendersi, dunque, il Comitato è attestato sulla linea dura, considerata la curva in rialzo dei contagi e gli ospedali in sofferenza con le terapie intensive al di sopra della soglia critica in tante regioni. Vanno limitati i contatti interpersonali e le misure attualmente in vigore non bastano, tenuto anche conto dei ritardi sui vaccini. Da qui l’indicazione a irrigidire le misure in ogni zona «colorata», ristabilendo nel contempo il «contact tracing» e potenziando il sequenziamento del virus per individuare prima possibile le varianti.

Ribadita anche la necessità di introdurre il criterio dell’incidenza settimanale: con 250 casi ogni 100mila abitanti si va automaticamente in zona rossa. E la tempestiva conclusione della revisione degli indicatori epidemiologici di monitoraggio, in modo da avere dati più aggiornati possibile e intervenire più rapidamente con le azioni di «contenimento/mitigazione» a livello nazionale, regionale e locale.

Sarà la cabina di regia del governo ora a riunirsi per valutare le misure da mettere in campo e portare all’attenzione delle Regioni per una condivisione. All’interno della maggioranza ci sono posizioni articolate tra “aperturisti” e “rigoristi» ed il premier Mario Draghi ieri ha invitato a «non perdere un attimo, non lasciare nulla di intentato, compiere scelte meditate, ma rapide. Questo non è il momento di dividerci». Al momento sembrano da escludere lockdown totali come quello dello scorso anno, mentre è plausibile l’accoglimento delle indicazioni del Comitato su un irrigidimento dei divieti rispetto a quelli contenuti nel Dpcm in vigore fino al 6 aprile il giorno dopo Pasquetta.

Naturalmente un’accelerazione sui vaccini darebbe respiro a tutto il Paese. Ma dalle aziende continuano ad arrivare notizie negative: Johnson&Johnson ha comunicato di non poter assicurare all’Ue la fornitura di 55 milioni di dosi pattuita.Il governo sta mettendo a punto un nuovo piano per superare le criticità emerse e non farsi trovare impreparati quando, da aprile, l’approvvigionamento dovrebbe salire a regime. Le Regioni domani avranno un primo confronto: sul tavolo anche l’ipotesi di procedere sulle vaccinazioni anche per fasce d’età. L’obiettivo è arrivare alla Conferenza Stato-Regioni di giovedì con nuove raccomandazioni sui gruppi prioritari da vaccinare

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