Scheletro nei boschi
Giallo al Bassone

I resti di un uomo sono stati trovati da due fidanzatini in una radura in mezzo alla zona dell’oasi

Uno scheletro è stato scoperto, ieri pomeriggio, nei boschi dell’oasi del Bassone. È mistero fitto sul ritrovamento dei resti di quello che, verosimilmente, doveva essere un uomo - almeno stando ai vestiti indossati - la cui morte è avvenuta in una radura semipaludosa tra gli alberi circondati dai campi che conducono verso Albate da una parte e verso Senna Comasco e Casnate dall’altra.

Il ritrovamento

A ritrovare lo scheletro, nel primo pomeriggio di ieri, è stato un ragazzo di 17 anni che passeggiava tra i sentieri pieni di rovi e fango in compagnia della fidanzata. Il giovane ha notato quello che sembrava un teschio, si è avvicinato e ha avuto la conferma che si trattava proprio dei resti di un uomo. Quindi ha preso lo smartphone e ha chiamato il 112.

I primi ad arrivare nella zona dell’oasi del Bassone, passando da via Al Piano, sono stati gli agenti della squadra volante. I poliziotti sono stati accompagnati nella radura dal giovane e da un gruppo di scout, che si trovava nella zona. Quindi, accertato che effettivamente i resti erano umani, gli agenti hanno allertato la scientifica e i detective della squadra mobile della Questura.

Il cadavere si trovava in quel punto verosimilmente da almeno lo scorso inverno. Ma, forse, la morte potrebbe addirittura risalire a tempo prima. Stando ai resti degli indumenti indossati, la tragedia dev’essersi consumata in autunno o in inverno. L’uomo aveva addosso un giubbotto da uomo, peraltro di marca, e un maglione, oltre a un paio di jeans e a scarpe da trekking.

Addosso, almeno stando a una prima verifica compiuta dagli inquirenti, non sono stati trovati documenti o oggetti personali che consentano di risalire alla sua identità. Sullo scheletro, anche in questo caso almeno stando a un primo accertamento compiuto dagli esperti della scientifica, non risulterebbero lesioni evidenti tali da far pensare a una morte violenta (ma la conferma la si avrà solo dall’autopsia). Verosimilmente, almeno stando da come è stato ritrovato il corpo, l’uomo aveva le mani in tasca quando è morto. Potrebbe essere stato quindi vittima di un malore improvviso. Escluso, invece, che qualcuno abbia cercato di sotterrare il corpo, che era adagiato nella radura, anche se in parte coperto dall’erba cresciuta nel frattempo.

L’inchiesta

A questo punto il lavoro di investigazione entra nelle stanze dei laboratori scientifici e del medico legale. Primo passo: cercare nell’elenco delle denunce delle persone scomparse, per verificare la presenza di elementi che possano consentire di trovare una traccia sulla quale lavorare, visto che l’eventuale esame del dna sui resti ritrovati nel bosco dovrà obbligatoriamente essere confrontato con altri reperti. Secondo passo: l’autopsia, per cercare eventuali tracce utili a ricostruire le cause della morte. Ma si prevede un’indagine lunga e tutt’altro che agevole.

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