«Sul palco della Scala
più facile che a scuola»

Giulia Marchiella di Guanzate, 12 anni, corista alla Tosca. Emozionata per la presenza di Liliana Segre

Cantare alla Prima della Scala è di per sé una grande emozione per chiunque, figuriamoci poi se si ha solo dodici anni. E lo è ancora di più, se tra il pubblico della Tosca pucciniana, che non si è risparmiato con gli applausi finali durati sedici minuti, ci sono ad assistere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la senatrice Liliana Segre.

Giulia Marchiella, la ragazzina guanzatese promessa del bel canto, all’indomani dell’evento a cui ha partecipato come corista, selezionata tra i ragazzi dell’Accademia della Scala, è felice.

Felice ed ancora emozionata, come racconta lei stessa, per un motivo particolare: «La cosa che mi ha dato più emozione è stato sapere della presenza di Liliana Segre. L’ho appreso solo al termine del primo atto. Volevo incontrarla da tempo. Avevo sentito tanto parlare di lei in televisione ed a scuola avevamo discusso della sua figura».

L’altra emozione è stata all’inizio della Cantoria quando un fascio di luce illumina il palco reale.

L’inno nazionale

«Quando entra in scena Scarpia, il cattivo, e noi ragazzi ci fermiamo impauriti, la luce è stata puntata verso il palco reale in cui c’era il presidente della Repubblica Mattarella, il presidente della Regione Fontana e altre autorità. Anche i ragazzi delle voci bianche hanno cantato l’inno nazionale non sul palco, ma nella parte retrostante» fa notare.

Da dodicenne però non dimentica di citare un rapper amato dai giovanissimi. «Alla prima c’era anche Marracash» ricorda.

Il rapporto alla mano con i solisti della Tosca si è costruito durante le prove, dallo scorso ottobre all’ex Ansaldo.

«Il sacrestano con cui recitiamo nel primo atto è molto simpatico, così l’interprete di Scarpia e la soprano Anna Netrebko. Un po’ tutti durante le prove chiedevano a noi ragazzi come stavamo».

A “bacchettare” un po’ tutti, era lui, il maestro Riccardo Chailly. «Quando c’è la “prova all’italiana” tutti ci sediamo sul palco: solisti, ragazzi del coro, il Coro Te deum, uomini e donne. Si fanno delle prove per valutare la voce, capire se siamo in sintonia. Quando si sbagliava qualcosa lui ci correggeva però- puntualizza- il giusto».

Esigente, ma pronto a congratularsi con i suoi allievi, il direttore del Coro, Bruno Casoni, lodato dai critici per il Te deum.

I complimenti

«Al termine ci ha detto che siamo stati bravissimi» fa notare la ragazzina. Giulia era a suo agio su di un palco che farebbe tremare chiunque.

«Ho più problemi a suonare con il flauto a scuola. Sul palco mi sento libera, me stessa, mi piace cantare e recitare - dice - È un’esperienza molto bella, la consiglio ai ragazzi della mia età. Occorre però metterci tanto impegno, sempre. Ciò che mi dà entusiasmo è vedere il pubblico che è lì per ascoltarti e ti sorride».

E applaude, come ha fatto l’altra sera. Giulia ha ricevuto in dono un bouquet dalla mamma Monica Colacicco, con cui ha festeggiato l’emozionante serata cenando a Milano. Non c’è tanto tempo per gustare l’emozione del dopo prima, questa sera si replica alla Scala per ben sette volte fino a gennaio.

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