Suor Luisa Dell’Orto uccisa ad Haiti

La missionaria Originaria di Lomagna, aveva 64 anni. È stata assassinata forse durante un tentativo di rapina. Da vent’anni nell’isola caraibica era l’anima di Kay Chal, il centro che aveva ricostruito dopo il sisma del 2010

Suor Luisa Dell’Orto, 64 anni, missionaria ad Haiti, è stata uccisa con un colpo di pistola ieri mattina.

L’assassinio è avvenuto a Port au Prince, capitale di Haiti, dove operava da parecchi anni.

In base alle prime informazioni giunte in Italia, ancora molto sommarie, la religiosa stava passando per il quartiere Delmas quando è stata aggredita da qualcuno che intendeva rapinarla ed è rimasta gravemente ferita.

Subito portata all’ospedale Bernard Mevs, è stata affidata alle cure dei medici, che tuttavia non hanno potuto fare nulla per salvarla.

Una vita per i poveri

La notizia della sua scomparsa si è subito diffusa a Port au Prince e da lì nel giro di qualche ora è arrivata a Milano, alla Diocesi.

Ad Haiti, suor Luisa, originaria di Lomagna, era arrivata esattamente venti anni fa, nel 2002, dopo avere fatto la missionaria in altre parti del mondo: in Camerun prima, e in Madagascar successivamente.

Piccola sorella del Vangelo di Charles de Focauld, ad Haiti suor Luisa insegnava. E dedicava la sua vita ai più poveri. Con la sua congregazione, aveva aperto una scuola primaria, frequentata da centinaia di bambini dai 5 ai 15 anni. Aveva anche fondato una cooperativa di ricamo formata da donne, per dare loro una mano a guadagnare qualcosa.

Colonna portante di Kay Chal, “Casa Carlo”, centro costruito nel 2010 e che dava ospitalità a centinaia di bambini di un poverissimo quartiere periferico della capitale, suor Luisa Dell’Orto si impegnava per dare una prima istruzione ai ragazzini che frequentavano la casa. Dopo lo studio, c’era anche la possibilità di praticare sport, grazie alla collaborazione dei tanti ex alunni che si mettevano a disposizione per restituire, almeno n parte, quello che avevano ottenuto grazie all’aiuto delle suore.

Grazie a questo impegno, nel corso degli anni, attorno a Casa Carlo si era formata una piccola comunità cristiana cattolica ed era stata costruita anche una chiesa.

Proprio per il suo impegno a favore di Haiti, nel 2011, aveva ricevuto il premio Graziella Fumagalli e madre Erminia Cazzaniga, istituito dal Comune di Casatenovo.

Nella motivazione al premio, la giuria sottolineava la «assoluta dedizione e altruismo» con cui suor Luisa «dedica la sua vita ai più poveri», lodando il lavoro svolto «con la missione delle Piccole Sorelle» grazie a cui promuoveva «la cultura e il progresso sociale in particolare tra i giovani e le donne ancor di più nell’emergenza seguita al terremoto di Haiti».

I precedenti

Purtroppo, non è la prima religiosa lecchese che muore mentre porta avanti il suo impegno a favore degli ultimi e dei più poveri. Stessa sorte, in altra parte del mondo, nell’ottobre del 2011, era toccata anche a padre Fausto Tentorio, di Santa Maria Hoè, assassinato nelle Filippine perché difensore delle tribù tribali nei confronti di chi voleva sfruttare la loro terra per arricchirsi.

Il 25 settembre 1999, a Timor Est, dove era scoppiata la guerra civile, fu invece uccisa madre Erminia Cazzaniga, di Sirtori, il cui nome, dopo quello che è accaduto ieri e dopo il premio assegnato a suor Luisa dieci anni fa, rende ancora più indissolubile il legame tra le due religiose.

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